Iversi
di una canzone di Guido Guinizelli sono considerati il
"manifesto" della scuola poetica del "dolce stil novo"
(XIII secolo d. C.): "Al cor gentile repara sempre Amore/ com'a la selva
augello in la verdura;/ né fe' Amore anzi che gentil core,/ né gentil core
anzi ch'Amor, Natura". Per gli stilnovisti, la bellezza è fonte d'energia
vitale e il canto d'amore "dà per li occhi una dolcezza al core". Le
donne qui sono creature che insegnano a "miracol mostrare". Un altro
poeta dello stilnovismo, Guido Cavalcanti, scrive: "Chi è questa che ven,
ch'ogn'om la mira,/ e fa tremar di chiaritate l'are,/ e mena seco Amor, sì che
parlare/ null'omo pote ma ciascun sospira?". Il
canto e l'incanto d'amore inebriano e fanno sospirare gli esseri umani. È fondamentale
imparare ad ascoltare poeti come gli stilnovisti e i trobadours.
Sarebbe sufficiente leggere attentamente versi come questi, meditarli e goderne
appieno per cogliere la follia e l'assurdità di tutte le guerre, le violenze e
le atrocità che continuano ad appestare il mondo senza posa. Servono però educazione
e cultura per apprezzare poesie che nutrono con potenza pensieri di pace e
sovvertono ogni protervia e arroganza del mondo. Franco Toscani