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sabato 20 maggio 2023

FERMARE IL DOLORE



Sostenere il Referendum contro la guerra.

Apprendo che alcuni settori della nonviolenza e del pacifismo si sono tirati indietro rispetto all’impegno e alla buona riuscita del Referendum contro l’invio di armi in Ucraina. È una scelta sbagliata, un errore. Già gli oppositori alla guerra devono combattere contro un fronte molto vasto di guerrafondai che hanno in mano tutti i mezzi comunicazione, tutte le tribune televisive e risorse economiche immense. Il governo italiano da parte sua può giovarsi del consenso non solo dei dirigenti di quasi tutti i partiti, ma del Parlamento Europeo ostaggio del governo anglo-americano, della Nato, dei mercanti di morte che stanno facendo affari d’oro sulla pelle degli ucraini e delle vite dei soldati sul campo di battaglia falcidiati a migliaia ogni giorno. Senza contare il boicottaggio dei Comuni che non hanno predisposto nulla perché i cittadini possano firmare. Come credono gli amici di far pressione sul piano nazionale se non riusciamo a contarci, a diventare attivi, a insinuarci dentro il disgusto per la guerra dell’ottanta per cento degli italiani contrari, ma sfiduciati e disillusi? Il senso del Referendum è obbligare i partiti a fare i conti con il sentimento popolare dei loro iscritti e sostenitori. Creare delle crepe nel loro granitico blocco, fare esplodere delle positive contraddizioni. Tutti coloro che si recano ai banchetti per sostenere il Referendum trovano scandaloso e assurdo continuare a mandare armi per devastare e uccidere. Che si sprechi in modo tanto criminale la ricchezza del Paese mentre la Sanità è allo sfascio, i mutamenti climatici devastano il territorio, e le condizioni di vita peggiorano sempre di più. Il Referendum vuole incunearsi dentro questi sentimenti e farli prevalere per obbligare governo e partiti a cambiare strada. Ci pensino gli amici e i compagni che si sono tirati indietro.

A. G.