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lunedì 15 maggio 2023

HANNO PAURA DEL NOSTRO DISSENSO
di Vittorio Melandri

 
Primo Maggio, Rovelli punito. Niente Fiera di Francoforte”. È il titolo di un articolo lanciato sulla prima pagina del Corriere della Sera del 13 maggio corrente. E dalle prime righe si apprende del ritorno alla ribalta di Ricardo Franco Levi, sarà un caso? Siamo dinnanzi da un ventennio almeno, ad un fatto nuovo, come mai in passato, si può avverare la possibilità insita nella locuzione virgiliana “Felix qui potuit rerum cognoscere causas” fortunato colui che ha potuto conoscere le cause delle cose -. (Virgilio, Georgiche, II, 489). È curioso poter ricordare che nel 1991, ad essere precisi, Giovedì 14 novembre 1991, si presentasse nelle edicole un nuovo quotidiano, L’Indipendente, che aveva assunto quale motto “rerum cognoscere causas”, saltando guarda caso, la prima parte del motto originario, cosa che non può essere lasciata sottintesa. Nell’editoriale di presentazione si leggeva: “L’Indipendente appare in un momento di profondi mutamenti...”. E quanto a mutamenti da quel 1991 ce ne sono stati e subito è anche mutato il 14 febbraio 1992, giusto tre (3) mesi dopo la sua fondazione, il direttore, in quel caso anche fondatore del giornale, che era Ricardo Franco Levi, che alla direzione, fu sostituito da Vittorio Feltri. Poi a distanza di quasi 16 anni, lo stesso Ricardo Franco Levi, nella sua veste di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sostenne il disegno di legge 3 agosto 2007 approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri n. 69 del 12 ottobre 2007 che recitava nel titolo: “Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale”. Come sappiamo il secondo Governo di Prodi non ebbe vita lunga, e quel testo unico abortì prima di nascere, ma i mutamenti sono continuati, ed oggi più che mai, il timore che “la fortuna di colui che può conoscere le cause delle cose” possa essere tenuta in vita dalla fuoriuscita di libertà dai pertugi più vari, anche da un concertone del 1° Maggio, angoscia più che mai il potere. Per questo non solo si bombardano le città, ma anche tutte le nostre opportunità di conoscere le cause delle cose. Il Sig, Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo primo discorso innanzi ai “grandi elettori” (2015) ha anche affermato che “i cittadini (…) chiedono partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni”. Credo proprio si possa affermare che partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni siano requisiti davvero trasversali al rapporto fra “Cittadini e Stato” che a buona ragione si possono anche intendere come pre-requisiti, in assenza dei quali, la pratica democratica semplicemente non esiste, e la “democrazia” si riduce ad “una parola paravento”. E torno per questo all’editoriale di presentazione dell’Indipendente, solo per chiedere, il prioritario “rerum cognoscere causas”, di einaudiana ascendenza, che fine ha fatto? Credo proprio che sia per il “potere” una preoccupazione così grave, che la conoscenza si possa diffondere, da considerarsi più grave di qualsiasi “mostro” d’epoca, e come sappiamo oggi un Putin viene bene in ogni occasione. E la storia insegna che il “potere” vuole fare a meno della nostra libertà, ma non può fare a meno di un “mostro”, prima di averne costruito in laboratorio un altro.