HANNO PAURA DEL NOSTRO DISSENSO di
Vittorio Melandri
“Primo Maggio, Rovelli punito. Niente
Fiera di Francoforte”. È il titolo di un articolo lanciato sulla prima pagina
del Corriere della Sera del 13 maggio corrente. E dalle prime righe si apprende
del ritorno alla ribalta di Ricardo Franco Levi, sarà un caso? Siamo dinnanzi
da un ventennio almeno, ad un fatto nuovo, come mai in passato, si può avverare
la possibilità insita nella locuzione virgiliana “Felix qui potuit rerum
cognoscere causas” fortunato colui che ha potuto conoscere le cause delle cose
-. (Virgilio, Georgiche, II, 489). È curioso poter ricordare che nel 1991, ad
essere precisi, Giovedì 14 novembre 1991, si presentasse nelle edicole un nuovo
quotidiano, L’Indipendente, che aveva assunto quale motto “rerum
cognoscere causas”, saltando guarda caso, la prima parte del motto originario,
cosa che non può essere lasciata sottintesa. Nell’editoriale di presentazione
si leggeva: “L’Indipendente appare in un momento di profondi mutamenti...”. E
quanto a mutamenti da quel 1991 ce ne sono stati e subito è anche mutato il 14
febbraio 1992, giusto tre (3) mesi dopo la sua fondazione, il direttore, in
quel caso anche fondatore del giornale, che era Ricardo Franco Levi, che alla
direzione, fu sostituito da Vittorio Feltri. Poi a distanza di quasi 16 anni,
lo stesso Ricardo Franco Levi, nella sua veste di sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, sostenne il disegno di legge 3 agosto 2007 approvato
nella riunione del Consiglio dei Ministri n. 69 del 12 ottobre 2007 che
recitava nel titolo: “Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per
l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore
editoriale”. Come sappiamo il secondo Governo di Prodi non ebbe vita lunga, e
quel testo unico abortì prima di nascere, ma i mutamenti sono continuati, ed
oggi più che mai, il timore che “la fortuna di colui che può conoscere le cause
delle cose” possa essere tenuta in vita dalla fuoriuscita di libertà dai
pertugi più vari, anche da un concertone del 1° Maggio, angoscia più che mai il
potere. Per questo non solo si bombardano le città, ma anche tutte le nostre
opportunità di conoscere le cause delle cose. Il Sig, Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, nel suo primo discorso innanzi ai “grandi
elettori” (2015) ha anche affermato che “i cittadini (…) chiedono
partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle
decisioni”. Credo proprio si possa affermare che partecipazione, trasparenza,
semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni siano requisiti davvero
trasversali al rapporto fra “Cittadini e Stato” che a buona ragione si possono
anche intendere come pre-requisiti, in assenza dei quali, la pratica
democratica semplicemente non esiste, e la “democrazia” si riduce ad “una
parola paravento”. E torno per questo all’editoriale di presentazione
dell’Indipendente, solo per chiedere, il prioritario “rerum cognoscere
causas”, di einaudiana ascendenza, che fine ha fatto? Credo proprio che sia
per il “potere” una preoccupazione così grave, che la conoscenza si possa
diffondere, da considerarsi più grave di qualsiasi “mostro” d’epoca, e come
sappiamo oggi un Putin viene bene in ogni occasione. E la storia insegna che il
“potere” vuole fare a meno della nostra libertà, ma non può fare a meno di un
“mostro”, prima di averne costruito in laboratorio un altro.