Gli
automatismi "tecnico-professionali" che Sergio Romano vede all’opera
oggi, come nei mesi che hanno preceduto la Grande Guerra, possono essere
tradotti in un acronimo e in una parola: NATO e militarismo. La NATO, come
tutte le alleanze nate in tempo di pace, porta alla guerra. Il motivo è
semplice: il militarismo, l’ideologia che le sostiene, e che vede la sicurezza,
come la strategia, in termini esclusivamente di forza militare, resta sotto
traccia fintanto che una credibile sagoma di nemico non appaia all’orizzonte,
per poi uscire allo scoperto e dominare la scena, ossia cancellare del tutto il
discorso politico. Le alleanze militari costituiscono insomma un pericolo
politico, tanto più quando, come la NATO, sono dominate da una potenza disposta
a giocarsi tutto pur di non perdere il primato. Di questo gioco disperato fanno
parte le grandi manovre militari che si svolgeranno fra un mese ai confini
della Russia. Ne parla, allarmato, John Helmer. La sua preoccupazione nasce dal
rischio che con le insegne o senza insegne ucraine, qualche F16 venga spinto su
obiettivi in Russia. Poiché i piloti ucraini sono ancora in addestramento, e la
consegna degli aerei non sarà ancora avvenuta, è evidente che se tali incidenti
accadessero, la deduzione russa sarebbe che gli F16 sono partiti da basi
militari in Polonia o in Romania, le quali verrebbero immediatamente colpite , con le conseguenze immaginabili. Un secondo tipo di rischio,
forse maggiore, è che l’incidente avvenga per errore di una parte o
dell’altra. Un esempio è dato dall’abbattimento nel proprio spazio aereo di due
caccia e due elicotteri russi avvenuto dieci giorni fa. Anche se le autorità di
Mosca non hanno ancora emesso il verdetto, per Helmer si tratta di
un’operazione ucraina o NATO, e in questo senso una anticipazione di quanto
potrà accadere fra un mese. Ma per Larry Johnson, ex CIA, che cita Simplicius,
un autore che lui ritiene con collegamenti all'interno dell’intelligence russa, si
tratterebbe di fuoco amico. Per la cronaca, Simplicius fa anche una stima delle
perdite ucraine a Bakhmut. Le contraeree, non solo quella russa, pare siano un
settore a forte rischio di errore - lì non c’è il tempo per pensare, e
l’intelligenza artificiale vince.