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domenica 21 maggio 2023

L’EQUIVOCO HOUELLEBECQ 
di Luigi Mazzella


Michel Houellebecq

Gli “intellettualini” italiani (ma non solo) che avevano considerato Michel Houellebecq lo scrittore francese vivente più celebre al mondo, una sorta di rockstar della letteratura, e che si erano esaltati alla lettura dei suoi romanzi (da Particelle elementari a Sottomissione e ad Annientare), non si saranno di certo sorpresi di quanto da lui affermato in una lunga intervista al “Corriere della Sera” concessa a Parigi  al corrispondente  Stefano Montefiori; perché, direbbe Leopardi “di natura è frutto ogni loro vaghezza”. 
Inneggiando all’uscita in Francia e in Italia del suo ultimo libro (pubblicato in Italia, come gli altri, da “La nave di Teseo”, con il titolo “Qualche mese della mia vita”) hanno parlato di tempi “sinistri” vissuti dall’autore al tempo della Pandemia ed esaltato il suo tormento interiore, il suo pentimento (tipico dei cristiani) per avere insultato e offeso i mussulmani (e anche gli italiani e i polacchi dicendo che, invece, avevano saputo diventare… nientepopodimeno che… francesi”) e per avere girato scene “porno”. Per giustificarsi di tante aberrazioni, l’autore, prediletto dai nostri insegnanti di materie letterarie in pensione, ha detto di essersela presa con i Maomettani temendo una guerra civile e a riprova della profondità del suo assunto e del suo intuito filosofico ha ricordato la rivoluzione francese e quella russa! Dopo le spavalderie saccenti dei suoi precedenti romanzi, Houellebecq, l’idolo dei nostri intellettuali da dozzina, ha candidamente ammesso di avere “buchi nella comprensione della società” ma di intuire il “desiderio di suicidio occidentale”. Tra le amenità dette dallo scrittore e (ci si augura) fedelmente riprodotte dall’intervistatore vi sono quelle circa il suo non timore dell’intelligenza artificiale per l’inveterato desiderio di “parlare un giorno con gli extraterrestri”(!) Sulle sue discolpe per avere girato (lui e la moglie) un film “porno” con una ragazza olandese amica dello Scarafaggio (uno dei personaggi del suo nuovo libro definito “funebre”) e sulle sue considerazioni “filosofiche” sulla pornografia (privata e pubblica) è meglio stendere un velo di silenzio! Come sui suoi rapporti di amicizia, per non lasciare insoddisfatta la domanda: Ma con Michel Onfray di cosa parlava il nostro?