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domenica 21 maggio 2023

SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione

Nicolino Longo

Longo, aforista versatile e prolifico.
 
Riguardo agli aforismi, voi avete fatto con me come Dio che prima ci crea e poi ci abbandona a pandemie, guerre e quant’altro. Aforista lo sono stato sin dal 1975. Parecchi critici me lo dicevano, ma io non ci facevo affatto caso. Solo voi me ne avete fatto accorgere ed invogliato a produrne a iosa, a gogò. Tanto da averne raccolti in sei volumi già 1.500. Questo per dirvi che non mi avete mai onorato di una vostra prefazione o recensione completa su questo mio e nostro genere letterario. Magari intingendo la penna nel cuore. Un pezzo concentrato e sanguigno da pubblicare sulle alette del libro, che presumo sia l’ultimo, dato che mi è stato detto che dal momento in cui viene diagnosticato uno scompenso cardiaco, gli anni che restano da vivere sono solo cinque. I miei sono scaduti, avendolo il primo già avuto nel 2018. Il tempo per me dovete trovarlo in quanto mi avete creato, e questo è per voi una grossa responsabilità letteraria”.
Il poeta Nicolino Longo inviandomi questo ammonimento , seppure in tono ironico, mi ha caricato davvero di una grande responsabilità. Naturalmente tutti noi che lo abbiamo in simpatia e che ne leggiamo i frutti letterari gli auguriamo lunga vita; io in particolare perché ne ho una grande stima, nutro affetto per lui e non dimentico che il suo occhio di falco ha impedito che negli articoli di tanti collaboratori di “Odissea” comparissero quei maledetti refusi che fanno scempio del discorso e imbruttiscono la pagina come relitti in un paesaggio incontaminato. In realtà ho scritto anche dei suoi aforismi, e mi sono esposto fino a chiedere pubblicamente per lui l’attribuzione di un premio dedicato a questo genere letterario, per la fedeltà assoluta con la quale vi si è applicato.


Longo nel suo studio

Qualitativamente gli aforismi di Nicolino Longo sono superiori a quelli di tanti improvvisatori. Per consapevolezza civile e ironia non c’è partita fra lui e il novantanove per cento degli autori in circolazione. Disimpegnati, indifferenti, superficiali. Pubblicando i suoi aforismi quasi quotidianamente su “Odissea” per un ampio arco di anni, Longo è stato certamente stimolato dal clima corsaro e libertario di questo giornale rigorosamente schierato e irriverente. La sua produzione privilegia la forma breve del dire, che resta la sua cifra stilistica migliore, la sua misura. Ma all’interno di questa programmata brevità non si devono trascurare né l’illuminazione poetica, né la profondità del dettato, né la leggerezza parodistica. Ne sono un esempio evidente “La frase del giorno” o “Il pensiero del giorno” che spesso aprivano la prima pagina ed erano più efficaci di un editoriale. Attualità e non solo, e sconfinamento nei territori più diversi. E poi i temi da sempre presenti nell’orizzonte culturale dei migliori facitori di aforismi: il potere, la politica, la religione, la sessualità, il matrimonio, il rapporto di coppie, l’amore, la malattia, la vecchiaia, la corruzione, la guerra...                        Le sue raccolte sono sempre contaminate da innesti ibridi: freddure, battute di spirito, calembour, parodie, giochi verbali, guizzi ludici - come li definisce giocosamente l’autore -, si mescolano a comporre le sue partiture. Probabilmente Longo non può fare a meno di inserirli nelle raccolte divorato com’è dal suo spirito di folletto, dalla sua accesa vena ilare e irriverente. E così la seriosità filosofica di alcune sentenze si stempera e si rovescia nella leggerezza di altre, in un continuo oscillare di serio e di faceto. Del resto l’ironia è già nel nome dello scrittore: Nicolino, mentre la sua stazza imponente ce lo presenta come un Nicolone. Una contraddizione ironica, un ossimoro che tradisce una lievità fuori luogo. Ma intanto lui batte e ribatte su quel tasto, anzi sul quel chiodo, come il Chiodo accademico che gli introduce, libro dopo libro, tutte le sue raccolte.