Tutti in piazza il 27 maggio. Siamo in
guerra. L’Italia è cobelligerante in questo conflitto sul fronte NATO/Russia.
L’Italia sta fornendo all’Ucraina supporto economico, logistico e militare con
l'invio di armamenti e uomini.L’Italia è disseminata di bombe
atomiche sotto il comando di NATO e USA con il rischio concreto di essere
coinvolta direttamente.USA, UE e NATO non
hanno nessuna intenzione di raggiungere un accordo di pace; ciò comporta un
rischio concreto di guerra nucleare.Tra gli
obiettivi sensibili in Italia spicca la base militare di Solbiate Olona che è
uno dei nove Comandi NATO di reazione rapida; conta su oltre 400 militari, che
possono più che raddoppiare all’occorrenza.Il
territorio in cui viviamo, inoltre, è disseminato di aziende che lavorano nell’ambito
militare tra ricerca, sviluppo, componentistica, piattaforme di controllo da
remoto, armi e munizionamento. In un raggio di circa 17 chilometri a cavallo
delle province di Varese, Como e Milano ci sono almeno 13 fabbriche coinvolte
in queste attività. Per citarne alcune: Leonardo Finmeccanica (Samarate,
Venegono Superiore e Vergiate), ASE Aerospace (San Giorgio su Legnano), Gemelli
Aerocom (Canegrate), Aerea (Turate). Scendiamo in
strada contro: 1) l’invio di armi e il
supporto militare dell’Italia e delle altre nazioni NATO nella guerra in
Ucraina; 2) il governo Meloni che, in
linea con i precedenti governi ed affiancato da Confindustria, procede nello
smantellamento dei diritti e delle politiche sociali a favore dell’economia di
guerra; 3) l’uso dei soldi pubblici
per le spese militari, sottratti ai servizi sociali, alla sanità,
all’istruzione e ai trasporti pubblici; 4) la presenza di basi
militari e dell’industria bellica nel nostro territorio; 5) la presenza dei militari e
dell’industria bellica in ambito scolastico e universitario; 6) la tecnologia al servizio
del capitalismo, che ci sta facendo sprofondare irreversibilmente verso una
società ipersorvegliata, discriminatoria e totalmente alienante; 7) lo Stato d’emergenza
permanente che conferisce al governo poteri eccezionali in ambito economico,
militare, sanitario, di ordine pubblico, di politica estera; 8) le restrizioni economiche,
le politiche di “austerity”, la precarizzazione del mercato del lavoro, la
soppressione del diritto di sciopero e dei diritti dei lavoratori, le morti sul
e per il lavoro causate dalla competitività esasperata, a scapito della
sicurezza e della salute; 9) l’inquinamento e la
devastazione di interi territori; 10) la repressione del
dissenso dentro e fuori i posti di lavoro. Scendiamo in
strada per: 1) l’autodeterminazione dei
popoli, affinché non siano vittime di decisioni ed interessi superiori ed
imposti; 2) esprimere la nostra
solidarietà internazionalista con chi le guerre le subisce, ovvero i civili di
qualunque territorio; 3) respingere l’irrazionale
paura di un nemico creato ad hoc dai mass media; 4) la rivendicazione di tutti
quei diritti sociali che sono stati guadagnati con le lotte dei lavoratori nel
corso degli anni, come le pensioni o la sanità pubblica, che i governi stanno
cercando di cancellare; 5) per l’aumento dei salari e
delle pensioni erosi dall’inflazione e il ripristino del meccanismo di
adeguamento del costo della vita (scala mobile); 6) la costruzione di un clima
di pace e la promozione del dialogo fra i popoli. Non è tempo di attendere, di
rinchiudersi in ragionamenti egoistici e di rassegnazione. È tempo di
mobilitarsi. Dobbiamo, nel nostro piccolo, agire. Dobbiamo impedire con tutte
le nostre forze che la guerra in corso tra il blocco delle forze NATO e la
Russia possa degenerare. Esprimiamo la nostra solidarietà alle popolazioni
dell’Ucraina, del Donbass e della Russia che stanno pagando con il proprio
sangue un conflitto preparato da anni. assemblea.popolare@libero.it sgc@sindacatogeneralediclasse.it