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giovedì 18 maggio 2023

L’ITALIA È IN GUERRA!

 
Tutti in piazza il 27 maggio.
 
Siamo in guerra. L’Italia è cobelligerante in questo conflitto sul fronte NATO/Russia. L’Italia sta fornendo all’Ucraina supporto economico, logistico e militare con l'invio di armamenti e uomini. L’Italia è disseminata di bombe atomiche sotto il comando di NATO e USA con il rischio concreto di essere coinvolta direttamente. USA, UE e NATO non hanno nessuna intenzione di raggiungere un accordo di pace; ciò comporta un rischio concreto di guerra nucleare. Tra gli obiettivi sensibili in Italia spicca la base militare di Solbiate Olona che è uno dei nove Comandi NATO di reazione rapida; conta su oltre 400 militari, che possono più che raddoppiare all’occorrenza. Il territorio in cui viviamo, inoltre, è disseminato di aziende che lavorano nell’ambito militare tra ricerca, sviluppo, componentistica, piattaforme di controllo da remoto, armi e munizionamento. In un raggio di circa 17 chilometri a cavallo delle province di Varese, Como e Milano ci sono almeno 13 fabbriche coinvolte in queste attività. Per citarne alcune: Leonardo Finmeccanica (Samarate, Venegono Superiore e Vergiate), ASE Aerospace (San Giorgio su Legnano), Gemelli Aerocom (Canegrate), Aerea (Turate).
Scendiamo in strada contro:
1) l’invio di armi e il supporto militare dell’Italia e delle altre nazioni NATO nella guerra in Ucraina;
2) il governo Meloni che, in linea con i precedenti governi ed affiancato da Confindustria, procede nello smantellamento dei diritti e delle politiche sociali a favore dell’economia di guerra; 
3) l’uso dei soldi pubblici per le spese militari, sottratti ai servizi sociali, alla sanità, all’istruzione e ai trasporti pubblici; 
4) la presenza di basi militari e dell’industria bellica nel nostro territorio; 
5) la presenza dei militari e dell’industria bellica in ambito scolastico e universitario;
6) la tecnologia al servizio del capitalismo, che ci sta facendo sprofondare irreversibilmente verso una società ipersorvegliata, discriminatoria e totalmente alienante; 
7) lo Stato d’emergenza permanente che conferisce al governo poteri eccezionali in ambito economico, militare, sanitario, di ordine pubblico, di politica estera; 
8) le restrizioni economiche, le politiche di “austerity”, la precarizzazione del mercato del lavoro, la soppressione del diritto di sciopero e dei diritti dei lavoratori, le morti sul e per il lavoro causate dalla competitività esasperata, a scapito della sicurezza e della salute;
9) l’inquinamento e la devastazione di interi territori;
10) la repressione del dissenso dentro e fuori i posti di lavoro.
Scendiamo in strada per: 
1) l’autodeterminazione dei popoli, affinché non siano vittime di decisioni ed interessi superiori ed imposti;
2) esprimere la nostra solidarietà internazionalista con chi le guerre le subisce, ovvero i civili di qualunque territorio;
3) respingere l’irrazionale paura di un nemico creato ad hoc dai mass media;
4) la rivendicazione di tutti quei diritti sociali che sono stati guadagnati con le lotte dei lavoratori nel corso degli anni, come le pensioni o la sanità pubblica, che i governi stanno cercando di cancellare; 
5) per l’aumento dei salari e delle pensioni erosi dall’inflazione e il ripristino del meccanismo di adeguamento del costo della vita (scala mobile);
6) la costruzione di un clima di pace e la promozione del dialogo fra i popoli. 
Non è tempo di attendere, di rinchiudersi in ragionamenti egoistici e di rassegnazione. È tempo di mobilitarsi. Dobbiamo, nel nostro piccolo, agire.
Dobbiamo impedire con tutte le nostre forze che la guerra in corso tra il blocco delle forze NATO e la Russia possa degenerare. Esprimiamo la nostra solidarietà alle popolazioni dell’Ucraina, del Donbass e della Russia che stanno pagando con il proprio sangue un conflitto preparato da anni.
 
assemblea.popolare@libero.it
sgc@sindacatogeneralediclasse.it