Non potevamo inviare la recensione di questo interessantissimo libro I
nodiirrisolti del pensiero arabo: Palestina, Riformismo, Jihad”, di
Maher Charif, senza scrive un commento su Khader Adnan, assassinato dallo Stato
di Israele. Khader aveva 44 anni negli ultimi 20 anni era stato arrestato 12
volte dalle forze di occupazione di Israele e ha trascorso 8 anni dietro le
sbarre. Nel corso delle detenzioni aveva fatto 4 scioperi della
fame. Khader è sempre stato un prigioniero “amministrativo” cioè arrestato
senza motivo, semplicemente sospettato. Oggi nelle carceri israeliane sono
detenuti “amministrativamente” 847 cittadini palestinesi, tra cui minorenni e
donne. La detenzione può essere rinnovata senza interruzione di continuità,
senza sottoporre a processo il detenuto, senza che sia necessario fornire la
prova delle accuse e senza che i detenuti possano incontrare gli avvocati. Con
questa infame norma Israele può prolungare l’arresto di sei mesi in sei mesi.
Secondo il diritto internazionale la detenzione amministrativa è illegale. Non
è di alcun interesse a quale fazione politica appartenesse Kader. Egli è un
palestinese che ha lottato per la liberazione della Palestina dal sionismo,
dall’occupazione. All’inizio dello sciopero della fame Kader aveva dichiarato:
“Io amo la vita per questo ho deciso di cominciare lo sciopero della fame e di
andare avanti fino alla fine, perché una vita vissuta senza dignità non è
vita”. I NODI IRRISOLTI DEL PENSIERO ARABO di Rosella Simone
Curato
da Ignazio De Francesco I nodi irrisolti del pensiero arabo, Palestina,
Riformismo, Jihad di Maher Charif (Edizioni Punto Rosso, pagg.158, euro
16), intellettuale palestinese di formazione marxista, è un testo composito che
affronta la crisi palestinese nel suo divenire. Il testo apre con tre saggi
densi e impegnativi di Charif seguiti dagli interventi di sei specialisti/e (Edoardo
Baldaro, Paolo Branca, Isabella Camera D’Afflitto, Azzurra Meringolo, Simone
Sibilio) che riprendono le analisi, le commentano e le espandono. Con l’aggiunta,
preziosissima, di un ultimo capitolo redatta dal curatore, titolo Date e
memoria, che ci fornisce delle cronologie come “una pista utile per
accedere alla narrazione palestinese nel suo punto fondamentale, le date
appunto”. Anzi, mi permetto di dare al futuro lettore un consiglio: iniziate da
questo ultimo capitolo, indispensabile per capire le vicende tragiche di questo
popolo e per districarsi nelle profondità del pensiero di chi, come Charif,
conosce intimamente la storia del Medio oriente e della “questione palestinese”.
Una storia che lo stesso Charif sintetizza in una frase “il passaggio da un
disastro all’altro”. Un disastro oggi reso ancor più evidente dalla insaziabile
avidità di terra dei coloni ebraici sui quali appoggia il suo precario successo
il governo di Benjamin Netanyahu, sotto attacco da parte della magistratura per
corruzione e dalle piazze che gli contestano le sue riforme tese a minare
l’indipendenza del potere giudiziario dall’esecutivo e l’intento di trasformare
Israele in uno stato se non teocratico certamente confessionale. La storia di
un popolo incredibile che “di conflitto in conflitto” resiste da millenni, continua
a fare figli, a vivere e morire, a elaborare cultura in una terra minuscola con
due geografie sovrapposte. Il
primo saggio, L’enigma palestinese: da cento anni alla ricerca di una
entità, prova a rispondere alla domanda cruciale: dove sta andando il
progetto nazionale della Palestina a cento anni di tentativi di costruzione di
una entità nazionale? Per rispondere a questa “questione delle questioni”,
decisiva per la regione mediorientale e forse per il mondo intero, Charif mette
in gioco un doppio sguardo, uno rivolto allo sviluppo interno del pensiero
politico palestinese dal 1948, data fatale della Nakba, ad oggi. Sino all’attuale
stillicidio di sopraffazioni, bombardamenti, morti ammazzati per le strade, nelle
carceri, sotto le bombe, in attentati disperati di un popolo intrappolato in un
conflitto incancrenito che sembra non interessare più a nessuno. Nel
secondo saggio Rinascimento sperato rinascimento tradito: dai precursori del
riformismo arabo ai movimenti popolari del 2011 analizza criticamente il
complesso rapporto dei palestinesi con il mondo arabo, la difficoltà di delineare
una linea chiara tra liberazione nazionale, panarabasimo e panislamismo e una
disamina del riformismo intrecciato alle tre fasi incompiute del rinascimento
arabo. Senza mancare una disamina critica dell’Accordo di Oslo del 1993. E
infine il terzo, Jihad perché e nel nome di chi? Volti e nodi del pensiero
jihadista contemporaneo, affronta il problema del Jihad come un pensiero
che si trasforma, come tutti i pensieri, con l’evolversi della realtà analizzando
due contrapposte espressioni del pensiero islamico moderno: il riformatore
religioso e l’islamista. Maher Charif è uno tra i maggiori pensatori
palestinesi e arabi e quindi come tutti coloro che pensano è partigiano di un
pensiero, lo espone con passione ma da scienziato sociale qual è analizza il
fenomeno mettendo in campo tutte le variabili, confrontandole con spirito
critico e autocritico. Un libro importante, da leggere e rileggere.