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lunedì 12 giugno 2023

I SERVI NON SERVONO A NULLA
di Angelo Gaccione



A sostegno de “il Fatto Quotidiano”
 
Care lettrici, cari lettori, il conflitto russo-ucraino vede impegnato il nostro giornale sin dall’inizio. Sulle pagine di “Odissea” non è passato giorno che non ci siano state riflessioni critiche, articolate, ragionevoli, umane contro la mattanza, lo sterminio, le rovine. Prima che la guerra avesse luogo abbiamo spinto per una immediata trattativa, per verificare ragioni e torti ma facendo prevalere l’unica ragione possibile: evitare morte, distruzioni, profughi. Consapevoli che la guerra produce più danni di quanti crede di impedire; che un accordo, per quanto ingiusto possa essere, è preferibile alla devastazione; che un anno di negoziati è mille volte migliore di un solo giorno di guerra. Né l’Europa, e tanto meno il nostro Paese, hanno voluto perseguire seriamente e ai massimi livelli questa strada. Tutta la stampa quotidiana e l’informazione televisiva si è accodata alla logica della guerra e della morte. La stampa ha fatto a gara a dare fiato alla sciagurata politica guerrafondaia dei governi in carica, di tutti i partiti (con rarissime e ambigue eccezioni) e a sottomettersi in maniera acritica e indegna ai dettami del potere. Intanto i morti sul teatro di guerra sono diventati centinaia di migliaia. Chi restituirà quei figli e quei padri alle loro madri? Ne è valsa la pena? Chi ci ha guadagnato? Che cosa ne abbiamo ottenuto noi italiani? Ora siamo arrivati quasi al punto di non ritorno e può bastare davvero poco per precipitare tutti nell’abisso. C’è stato un solo quotidiano che ha tenuto alto l’onore del giornalismo di casa nostra in questa contingenza: “il Fatto Quotidiano” di Marco Travaglio. Questo giornale si è continuamente interrogato, ha suscitato dubbi, ha invitato a riflettere, ha dato voce alle istanze di pace, ha dato visibilità alle piazze e, soprattutto, ha rifiutato di diventare il megafono del governo. Come noi di “Odissea” ha stigmatizzato il comportamento del presidente della Repubblica e messo in luce l’oltraggio alla nostra Costituzione e all’articolo 11 che si sta perpetrando. Sotto la direzione dell’ex direttore Marco Tarquinio, anche il quotidiano cattolico “Avvenire” ha fatto la sua parte e la sta facendo tuttora. Se abbiamo deciso di scrivervi questa lettera pubblica è perché riteniamo che non sia giusto né moralmente, né umanamente, e tanto meno politicamente, sostenere con i nostri soldi i quotidiani guerrafondai. Vi invitiamo perciò a dare la vostra preferenza al “Fatto Quotidiano” che sin dalla sua nascita ha rinunciato al finanziamento pubblico, acquistandolo in edicola o abbonandovi. La pace ha bisogno di una voce non asservita.