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lunedì 5 giugno 2023

IL CANZONIERE D’AMORE DI ROSSANI
di Maria Cristina Pianta


Ottavio Rossani (Foto: Dino Ignani)

Quell’amore che èmovimento della vita”.
 
Prima di introdurre la raccolta La luna negli occhi, vero e moderno canzoniere d’amore, vorrei ricordare che Rossani, ospite della puntata Poetando (ArteVarese), in un’intervista condotta da Luisa Cozzi per Rete55, ha detto che “l’amore è il movimento della vita”. In precedenza, pensando ad altre sue opere, ha scritto: “Ci innamoriamo ogni giorno” (Da A quest’acqua torno, in Falsi confini, 1989). Nella personificazione di Soverato, “che si stende arruffata”, scopriamo che “questa lingua di terra ha grande fame d’amore”. Ancora il termine amore viene ribadito per mezzo dell’anafora, in un inedito, pubblicato sull’Autoantologia “Soverato” del 2019, (i Quaderni del Bardo), contrapposto all’odio. 
A questo punto ritorniamo a La luna negli occhi (Premio Camaiore 2020). È importante il sottotitolo Canzoniere d’amore 1988-2018. Ha senso scrivere d’amore, nella nostra epoca? Intanto l’autore si ricollega alla tradizione di Dante e Petrarca, trovando però strumenti e linguaggio nuovi. Pensiamo al testo Apparizione: “Accesa / come fuoco del camino / lucente…/ come Tour Eiffel nel sole, / trepida / come timida esploratrice. / Apparizione / il tuo dorato mistero nel parlottio / pur ricordando: “Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia quand’altrui saluta…”, presenta riferimenti concreti: la Tour Eiffel, il bistrot di Parigi e una passione che l’avverbio vorticosamente suggerisce. Sovente all’emozione intensa subentra la consapevolezza della fine di ogni bella esperienza e della caducità della vita. Amore e morte si intrecciano. Il senso di fugacità dell’esistenza è molto accentuato in Petrarca: “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi…/ e il vago lume oltre misura ardea / di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi” e Rossani, a sua volta: “Mi hai fulminato con un sogno / i capelli scompigliati / da un vento arrogante”. Il desiderio della donna amata crea sofferenza quando lei si allontana. L’assenza, quindi, procura dolore, spasimo. Ma anche i problemi contingenti (scadenze, impegni professionali e familiari) imprimono un senso di stanchezza che poi si supera cercandosi in uno stupore inaspettato. Questo alternarsi di stati d’animo fa parte del gioco perché senza amore non sembra si possa esistere. Certamente, si arde, ci si brucia accorgendosi di non essere più al centro dell’universo. E la luna che ruolo ha nel libro? È una componente importante, che fa venire in mente Leopardi, colui che anche metricamente ha rinnovato la canzone, definita canzone libera, nel Canto notturno del pastore errante, in Alla luna, e nell’Ultimo canto di Saffo. Nella sezione Racconti Rossani accompagna l’amarezza della figura femminile davanti al mare, con spicchi di luce, è partecipe dell’indignazione di fronte a violenze e prevaricazioni. Qui si intravede una tematica sociale che sfocerà nelle successive poesie civili. Possiamo, inoltre, scoprire, sempre nella notte, rischiarata dalle stelle, richiami alla storia: maniero, cavaliere, assedio.  Mutano usi, costumi, ma i sentimenti hanno analoghe dinamiche. Nella parte Richiami si ripresenta il divario tra attese palpitanti, promesse di un futuro, e abbandono, separazione. Talvolta alcuni particolari come suoni di posate, vino rosso, faraona si aprono alla poesia conviviale, in un rito in cui donarsi all’altra è testimoniato in una precisa realtà. In Sipario, infine, il fluire del tempo lascia una traccia sempre più incisiva, che non viene percepita con cupo pessimismo, anzi alimenta i sogni e recupera la memoria del passato. Le singole poesie sono accomunate da scelte lessicali aderenti al contesto, da un ritmo ottenuto grazie ad una rigorosa punteggiatura e da espedienti tecnici come l’uso dell’enjambement. Rimaniamo, come scrive Giuseppe Conte, colpiti da una narrazione che non è mai prosastica, ma lirica.  
 


Ottavio Rossani
La luna negli occhi
Aragno Ed. 2019
Pagg. 70,15,00