LA DERIVA MILITARISTA DI UNA REPUBBLICA di Giuseppe Natale*
Il 2 Giugno 2023 la Repubblica italiana ha compiuto 77
anni. La Festa della Repubblica è
la terza ricorrenza civile del nostro Paese, dopo quella della Liberazione dal
nazifascismo (25 Aprile) e quella del 1° Maggio. Feste civili di primavera, la
stagione della rinascita e del rifiorire della natura che promette bellezza e
benessere, amore e felicità. Liberazione dalla barbarie nazista e fascista,
abbattimento della dittatura e cacciata dell’esercito tedesco occupante,
conquista della libertà e della democrazia, rifiuto della monarchia e scelta
della forma repubblicana dello Stato, Costituzione antifascista a fondamento
dei diritti inalienabili di libertà uguaglianza fratellanza e solidarietà e di
un sistema democratico progressivo e partecipativo: sono questi i contenuti
essenziali e i valori fondamentali delle tre festività del nostro calendario
civile. Il 2 e 3 Giugno del 1946,
a un anno dalla liberazione dal nazifascismo e dalla
fine della seconda guerra mondiale (oltre 50 milioni di morti!), si svolsero le
elezioni a pieno suffragio universale. Finalmente e per la prima volta le donne
esercitarono il diritto di voto. E la loro partecipazione fu straordinaria. Con
il primo referendum istituzionale, il popolo italiano viene chiamato ad
esprimersi sulla scelta alternativa Monarchia
o Repubblica e ad eleggere i
e le rappresentanti all’AssembleaCostituente con il
compito di scrivere la nuova Costituzione. Partecipano al voto quasi il 90%
(89,08%) degli aventi diritto (28.005.449): 13 milioni di donne e 12 milioni di
uomini. Il 54,3% (12.717.923) sceglie la Repubblica, il 45,7% (10.719.284) la
Monarchia. La vittoria repubblicana è netta. La svolta è davvero epocale: nasce
la giovane Repubblica italiana. Si può affermare che il salto di civiltà
democratica è notevole: è il “secondo risorgimento” del popolo italiano. Si
eleggono i 556 membri dell’Assemblea Costituente, rappresentanti dei diversi
partiti ricostituitisi dopo la loro messa fuorilegge dalla dittatura fascista (
l’80% dei seggi va a: Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito
Comunista, Partito Repubblicano, Partito d’Azione), espressione della società
civile e del mondo della cultura in una ricca pluralità di idee e proposte che
confluiranno nei lavori della Commissione dei 75 e dell’Assemblea per dare vita
a una Carta costituzionale tra le più democratiche al mondo. Nonostante la
ridottissima componente femminile (appena 21 su 556, il 3,7%!), il contributo
delle Madri Costituentialla
stesura della Costituzione è di capitale importanza nella definizione dello
Stato sociale e dei diritti fondamentali: uguaglianza dei sessi, giustizia
sociale, tutela della maternità, istruzione, salute, accesso paritario nel
mondo del lavoro a cominciare dagli uffici pubblici. Oggi, i partiti che contribuirono a fondare la
Repubblica democratica e antifascista non esistono più. Nel corso dell’ultimo
trentennio si è imposto il dominio globale di un capitalismo neoliberistico,
rapace e distruttivo, che ha sottomesso a sé quasi tutte le forze politiche.
Non a caso questo governo di destra, guidato dagli eredi dell’ideologia
fascista, insiste nel volere modificare la forma democratica partecipativa e
plurale in Repubblica presidenziale con ulteriore accentramento dei
poteri nelle mani del Capo dell’esecutivo. È davvero
diabolico, e reazionario, insistere nello sfregio della Carta fondamentale,nonostante
la doppia bocciatura da parte del popolo italiano delle leggi di modifica
costituzionale in senso oligarchico-autoritario proposte dai governi Berlusconi
(2006) e Renzi (2016).
La “crisi della democrazia” si aggrava sempre di più nello
scenario angosciante e inquietante della guerra russo-ucraina, che è scontro
tra USA/Nato e Russia (e Cina). L’Europa non riesce (non vuole) giocare un
ruolo autonomo di soggetto attivo per fermare per via diplomatica la guerra. Ed
arma l’Ucraina e si arma. L’unione pacifica dei popoli europei si sgretola.
L’Italia del “ripudio della guerra” (art. 11/Cost.) viene portata in prima
linea nella corsa agli armamenti. Il Parlamento europeo, alla vigilia della
festa della nostra Repubblica, approva un ulteriore “urgente” stanziamento di
500 milioni di euro per sovvenzionare l’industria bellica a danno del bilancio
previsto per i servizi sociali. Questo atto viene denunciato come “gravissima
violazione della natura e delle regole dell’UE” nel comunicato da condividere e
diffondere, firmato da ANPI Nazionale, Odissea, Arci, Libertà e Giustizia, Rete
italiana Pace e disarmo: https://www.anpi.it/il-parlamento-europeo-approva-il-regolamento-la-produzione-di-munizioni-una-gravissima-violazione *presidente Anpi Crescenzago