Black Out Ma
come caspita fa -si
chiedeva allarmatissimo Asor Rosa- in
mancanza di corrente a
funzionare lo sciacquone? Profanato
dal dubbio -e
non poco risentito, nel
bel mezzo della Lezione agguantò
il telefono e ex Cathedra formò
il numero dell’uscita di sicurezza dei
suoi quiz aristotelici: Giulio
Ferroni. Ferroni rabdomante
dell’ordito letterario nonché
allevatore di formiche da corsa compulsò
testi interpellò
Cape Kennedy buttò
giù dal letto Paola Borboni -il
tutto in un quarto d’ora frenetico poi
emise il seguente (guarda caso) Illuminato
responso: lo
sciacquone è omologo alla poesia perché
entrambi dirompono. La
poesia ha una precisa valenza consentanea
alla scarica elettrica. L’unica
cosa che può incepparla sono
le elucubrazioni cerebrali di certi poeti che
si arrampicano sugli specchi per scriverla. Chiaro
che in mancanza di ispirazione manca
anche la scarica elettrica che
la fa giungere a destinazione. Laondeovepercui: lo
sciacquone funziona comunque perché
ispirato a sufficienza dalla
nobile incombenza. La
poesia gorgoglia, si arrabatta, ma
non quaglia. Rimane
una scommessa inconcludente; un
transito di stelle sciroccate; un
corto circuito reticente nell’orizzonte
d’attesa del poeta.