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giovedì 22 giugno 2023

IN VERSI
di Leopoldo Attolico


 
Black Out  
 
Ma come caspita fa
-si chiedeva allarmatissimo Asor Rosa-
in mancanza di corrente
a funzionare lo sciacquone?
 
Profanato dal dubbio
-e non poco risentito,
nel bel mezzo della Lezione
agguantò il telefono e ex Cathedra
formò il numero dell’uscita di sicurezza
dei suoi quiz aristotelici:
Giulio Ferroni.
Ferroni
rabdomante dell’ordito letterario
nonché allevatore di formiche da corsa
compulsò testi
interpellò Cape Kennedy
buttò giù dal letto Paola Borboni
-il tutto in un quarto d’ora frenetico
poi emise il seguente (guarda caso)
Illuminato responso:
lo sciacquone è omologo alla poesia
perché entrambi dirompono.
La poesia ha una precisa valenza
consentanea alla scarica elettrica.
L’unica cosa che può incepparla
sono le elucubrazioni cerebrali di certi poeti
che si arrampicano sugli specchi per scriverla.
Chiaro che in mancanza di ispirazione
manca anche la scarica elettrica
che la fa giungere a destinazione.
Laondeovepercui:
lo sciacquone funziona comunque
perché ispirato a sufficienza
dalla nobile incombenza.
La poesia gorgoglia, si arrabatta,
ma non quaglia.
Rimane una scommessa inconcludente;
un transito di stelle sciroccate;
un corto circuito reticente
nell’orizzonte d’attesa del poeta.