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giovedì 29 giugno 2023

INTELLIGENZA EMOTIVA
di Laura Margherita Volante


Fra individualismo e analfabetismo emotivo.
 
Piantare in asso! Più passa il tempo e le condotte sociali, fin dall'adolescenza adultizzata, diventano inquietanti. Goleman ha scritto per esperti e non solo Intelligenza emotiva e Intelligenza sociale, fondamentali per una sana salute di relazioni positive costruttive ed empatiche. Il teorico sopra citato viene scalzato da una fenomenologia culturale, smarrita fra i meandri digitali dei social, degli smartphone, e altre diavolerie, che hanno inglobato le menti in labirinti di specchi deformanti senza via di uscita. Ciò mi riporta al mito di Arianna, che dà un gomitolo di filo a Teseo per uscire dal labirinto, avendo affrontato il Minotauro, e si sente abbandonata vedendo la nave con Teseo che se ne va. Tanto che da questo fatto è nato il modo di dire "piantare in asso". Gli antichi ci hanno inviato segnali saggi e suggestioni illuminanti ancora oggi attuali e purtroppo profetici, con lezioni simboliche e metaforiche. Chi dunque oggi è il Minotauro che l'adolescente dovrà affrontare nel labirinto alla ricerca di sé? Oggi è la droga in ogni sua fantasiosa forma, e l'adulto dov'è? È preso dall'individualismo sfrenato, in una adolescenza interminabile. Come fa dunque a essere genitore se non ha ancora superato il passaggio da figlio a uomo, da figlia a donna. Un tempo gli orfani erano ritenuti coloro che avevano perso i genitori in tenera età. Oggi gli orfani hanno più di cinquant'anni essendosi allungata la vita verso i 90 anni. Questi bambinoni piangono per il genitore morto, spesso abbandonato in una struttura, e c'è sempre una scusa a portata di mano. Adulti quindi fragili e in quel labirinto c'è il mostro senza il pater familias. Il libro bianco sulla solitudine dei giovani di Giovanni Ghilardi, è una analisi realistica sulle cause del disorientamento giovanile. Le dipendenze diventano così una panacea da frustrazioni e violenze emotive, per ribelli senza causa. L'individualismo sfrenato impera ruotando su necessità riempitive del vuoto cognitivo e morale. L'analfabetismo emotivo è il sintomo evidente della mancanza di punti di riferimento, di maestri di vita, di memorie di esperienze condivise.
Seguono schegge impazzite, ombre di sé stesse in un delirio di onnipotenza, che diventano proiettili del male sugli innocenti. E la strage continua in famiglia, sulle strade e le scuole sono i desertifici dove girano coltelli mentre i libri sono pieni di polvere nelle biblioteche fantasma. Tutti parlano, nessuno ascolta con lo sguardo fisso sullo smartphone, caldo e bruciante l'inganno non si manifesta neppure più, non c'è la scia. La tragica fine di sé stessi è dietro l'angolo, ad assaporare l'attesa della vittoria del male sul bene e intanto si sta preparando la fine del genere umano. L'indifferenza gongola sui propri beni pecuniari contando le sue sporche monete.