RIFLETTENDO SULLA SITUAZIONE RUSSA di
Franco Astengo
Logica
dei blocchi e impegno per la pace. Mi
permetto di avanzare uno spunto di riflessione con il solo scopo di aprire una
discussione di merito circa la confusione della situazione in corso in Russia. Se
è possibile che il tentativo in atto da parte dei mercenari della Wagner faccia
parte di un piano di sovvertimento del potere in Russia (come hanno segnalato
già da qualche tempo fonti autorevoli come Financial Times o “Economist”) il
rischio è - come sempre segnalato da diversi autorevoli commentatori - di un
inasprirsi delle condizioni di ricostruzione di una logica dei blocchi. Logica
dei blocchi fondata sull’accerchiamento diretto della Cina. Una
valutazione sensata tanto più che le tensioni in Russia arrivano, “quasi
simbolicamente poche ore dopo che Stati Uniti e India”, in occasione della visita
del premier Narendra Modi alla Casa Bianca, “hanno sancito una nuova alleanza
in funzione anti-cinese” e “l’indebolimento della Russia rafforza il nuovo asse
Usa-India”. Non solo. C’è la questione nordcoreana con Pyongyang che “si
appoggiava sia alla Cina che alla Russia e che ora resta senza quest’ultima”,
osserva ancora mentre crescono i timori della comunità internazionale per i
test missilistici e il programma nucleare della Corea del Nord. Le conseguenze
di quanto accade in Russia arrivano al Medio Oriente, dove “tutti gli equilibri
potrebbero essere scossi”, all’Iran e molti ricordano come la Repubblica
Islamica si sia “esposta molto con l’invio di droni, armamenti, aiuti” da
quando è iniziato il conflitto in Ucraina e come oggi “sia molto più sola”. Si
riflette anche sulla Siria, e su “tutte le forze filo-iraniane” nel Paese
arabo, e non solo, dove Russia, Turchia e Iran sono state protagoniste di
questi dieci anni di caos e guerra dopo l’inizio, nel 2011, di proteste
antigovernative presto finite nella repressione e in un lungo e sanguinoso
conflitto. Di fronte al rischio di un rinnovarsi dello scontro “Mondo libero” contro
“Impero del Male” risalta così la necessità di un impegno pacifista che si
rifletta immediatamente a livello europeo con l’obiettivo di non far coincidere
l’UE con il sostegno alla logica bellicista imperante (in pratica il tema della
coincidenza NATO/UE) e l’avanzamento di proposte concrete di smilitarizzazione,
richiamo all’ONU, visione internazionalista rispetto ad un complesso di logiche
“nazionaliste” rischiosissime per la pace e soprattutto per l’equilibrio
atomico, ricordando anche diversi focolai di guerra aperti nel mondo.