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venerdì 16 giugno 2023

RIVISTE. “IL SEGNALE” SI RINNOVA
di Angelo Gaccione
 


Il Segnale si rinnova. Cambia veste grafica: più grande nel formato, rispetto ai 123 numeri che in lungo quarantennio il suo fondatore, il poeta Lelio Scanavini, ha editato con la sua cooperativa I Dispari, facendone una delle più longeve riviste letterarie italiane nate dopo gli anni Ottanta del secolo scorso. Cambia la prima di copertina rigidamente bianca il cui fondo scompariva tutte le volte che tentavi di riprodurla; e cambia la disposizione a scala obliqua dei titoli che dalla testata scendevano fino alla base. Non si può dire, tuttavia, che chi l’avesse ideata quella copertina, non le avesse conferito originalità e una impronta riconoscibile immediatamente. Ora la copertina ha un altro stile e il progetto grafico, così come l’impaginazione, sono di Elisa Doi e all’interno si possono vedere anche foto e copertine di libri. Quest’ultime un tempo comparivano solo in quarta dove se ne potevano trovare anche quattro. Una piccola vetrina per autori ed editori che permettevano a Il Segnale di aiutare le sue casse, mai ricche. Non ha però cambiato natura. Rigidamente quadrimestrale ha mantenuto il suo impianto originale nelle rubriche: saggistica, narrativa, poesia, le schede critiche, la rassegna delle riviste, l’elenco dei titoli dei libri di poesia editi nel corso del quadrimestre e giunti in Redazione. Il cambio si deve al nuovo editore, che oltre alle edizioni Zacinto possiede anche il marchio Biblion, marchio con cui edita saggistica letteraria in volumi. La redazione collegiale, che è poi l’anima della rivista, è la stessa: Gianluca Bocchinfuso (responsabile), Mario Buonofiglio, Giulio Campiglio (emerito), Simonetta Longo, Pancrazio Luisi, Massimo Rizza, Adriano Rizzo e, ovviamente, Lelio Scanavini. Ricco e interessante come sempre di questo numero voglio segnalare L’autobiografia è un’arma politica (massimo Rizza), la scrittura di Božidar Stanišić di cui si occupa Bocchinfuso che si cimenta anche in una interessante intervista con l’autore, la differenza fra romanzo e cinema di Massimo Rizza, e così via. Trattandosi di una rivista letteraria almeno un testo poetico è doveroso riprodurlo per chiudere questa nota. Lo faccio con i versi di Francesca Genti dal titolo: “sette maggio duemila ventidue”. oggi che piove e tutto è vivo/faccio per te un rito evocativo, /un sabba verde con le gocce. /faccio per te una cosmogonia/molte leggende e una/liturgia/ con sassi, pietre, fango, rocce. /resto qui per salutarti sempre, /attraverso le stagioni tragiche. /tu distilli nell’aria cose magiche, /anche tu mi saluti sempre.
 
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