Per essere ottimisti non è
necessario essere stupidi…ma aiuta molto! Quelli che, in Italia, credono, seguendo gli indici pubblicati da un
sistema mass mediatico prezzolato, in una vera crescita produttiva e industriale,
autonoma e indipendente, sono ancora tanti; e ciò a dispetto degli eventi
oggettivi e dei balbettamenti della classe politica di governo.La cultura che informa tali nostri concittadini è
improntata all’ottimismo e li fa diffidare dei cosiddetti “profeti di
sventura”.C’è anche, però, chi, parafrasando un
celebre motto di George Bernard Shaw (da lui creato per i giocatori di golf) dice che per essere sempre “ottimisti” non è proprio necessario
essere “stupidi ma che aiuta molto!In realtà,
non è necessario condividere il pessimismo cosmico leopardiano per accorgersi
dell’esistenza di: 1)uno Stato, solo per definizione del tutto acritica e
impropria, “democratico”, perché, ormai si regge sul governo non, come
dovrebbe essere secondo le regole corrette del gioco, di una maggioranza
di cittadini elettori, ma soltanto di una minoranza quantitativamente maggiore
delle altre minoranze esistenti, eletta dai sempre più scarsi Italiani che
vanno a votare. Essa, in altre parole, diventa “maggioranza” solo per
effetto di un truffaldino marchingegno elettorale e poggia su di
un’asserita “coalizione” che, lungi dall’essere compatta, più confusa e
sgangherata non potrebbe essere. In essa, infatti, convergono a)sedicenti liberali di Forza Italia e della
Lega che accettano le discriminazioni offensive e oltraggiose dei camerati
post-fascisti nei confronti dei LGBTQI+ (accettando i loro “luoghi
comuni” ereditati da Mussolini sull’anormalità dei cosiddetti “diversi”, sulla
“malattia inguaribile” dei gay e altre scemenze del patrimonio “virilistico”
fascista); b) autonomisti
e frazionisti alla Calderoli (autore del sistema elettorale detto “porcellum”
dopo che lui stesso l’aveva definito “una
porcata”) versus unitaristi sperticati, che si dichiarano dominati
dall’amor patrio più sconfinato (come “la pulzella della Garbatella” e i componenti
del suo “cerchio magico”); c)illusi “giocherelloni” (come Salvini) che si divertono con progetti di
“ponti sullo Stretto” e di applicazioni della fla-tax di Milton Friedman che
altri camerati di cordata di FdI e avversari del Partito Democratico sanno
bene che gli Statunitensi, con il sostegno di forze occulte locali, non
consentiranno mai di realizzare, perché sono misure che potrebbero determinare,
in violazione delle clausole del Trattato di Pace, uno sviluppo produttivo ed
economico del Paese; d)“guerrafondai” fanatici e “interessati” all’egemonia americana e
tiepidi, incerti, balbettanti “temporeggiatori” dell’invio di armi a Zelensky,
avversati dal Ministro della Difesa meloniano. 2)Un Paese che non può neppure sperare nell’alternanza
perché il pout-pourrì di un’eventuale coalizione di cosiddetto
centro-sinistra si presenterebbe ancora più variegato e confuso di quello del
cosiddetto centro destra, tra una Schlein che, certamente creata in
vitro nell’alambicco elvetico-ebraico- statunitense, deve ancora
cercare di capire che cosa veramente voglia fare “da grande” (nonostante i
supposti finanziamenti e sostegni che un numero crescente di cittadini
ritiene provenienti d’Oltreoceano); un Giuseppe Conte, “stoppato”
sempre al momento giusto dal “comico” imposto agli Italiani (come Zelensky lo è
stato agli Ucraini), che, pur dotato di facile demagogia e abile nel
simulare un finto pacifismo non sempre si avvede quando il fine di
accaparrarsi voti a buon mercato comincia a divenire “rischioso”; un Calenda e
un Renzi in perenne conflitto tra di loro sulla natura del “nulla” in cui
vorrebbero convincere gli Italiani a credere. 3)Un Paese che da destra e da Sinistra, passando per il
centro, è felice di essere stato ridotto da un trattato di pace di circa
ottanta anni fa (limitativo della sua libertà d’azione in campo
economico) al rango di una vera e propria “colonia”, di fare parte di
un’Unione Europea dove progressivamente conta sempre meno, di eleggere
governanti che pendono dalle labbra della tedesca Ursula von der Layen e
seguono l’indirizzo bellicista di un signore chiamato Stoltenberg. 4)Un Paese che vede crescere paurosamente il numero
degli astensionisti ma si è assuefatto all’idea di dover constatare l’assoluta
mancanza di sondaggi volti a capire che cosa pensino veramente gli
Italiani su una guerra tra due potenze straniere che, al di là della
“propaganda” dell’una e dell’altra, si scontrano per fini
imperialistici e danneggiano un popolo (il nostro, insieme ad altri) uscito con
le ossa rotte dalla pademia del Covid 19 e in procinto di aggravare la sua
posizione debitoria nei confronti delle centrali finanziarie anglo-americane
(fintamente sedicenti europee) senza ricevere alcun vantaggio per la propria
crescita economica. In
un Paese siffatto, comunque, è sconsigliabile contrastare gli ottimisti, perché
con essi certamente si va a rotoli ma con il cuore pieno di gioia. Ricordo che
quando da bambino ero atterrito dalle fortezze volanti americane che
sganciavano bombe sulla mia città, Salerno, riducendola a un cumulo di macerie,
era un conforto sentire il cosiddetto “scemo del villaggio” che gridava a
tutto spiano, uscendo dal “ricovero” nei sotterranei del palazzo, che
quella del 21 giugno del 1943 era la prima, vera giornata di pieno sole!