Pagine

martedì 13 giugno 2023

SCEMI ED OTTIMISTI
di Mazzella Luigi



Per essere ottimisti non è necessario essere stupidi… ma aiuta molto!
 
Quelli che, in Italia, credono, seguendo gli indici pubblicati da un sistema mass mediatico prezzolato, in una vera crescita produttiva e industriale, autonoma e indipendente, sono ancora tanti; e ciò a dispetto degli eventi oggettivi e dei balbettamenti della classe politica di governo. La cultura che informa tali nostri concittadini è improntata all’ottimismo e li fa diffidare dei cosiddetti “profeti di sventura”. C’è anche, però, chi, parafrasando un celebre motto di George Bernard Shaw (da lui creato per i giocatori di golf) dice che per essere sempre “ottimisti” non è proprio necessario essere “stupidi ma che aiuta molto! In realtà, non è necessario condividere il pessimismo cosmico leopardiano per accorgersi dell’esistenza di:
1) uno Stato, solo per definizione del tutto acritica e impropria, “democratico”, perché, ormai si regge sul governo non, come dovrebbe essere secondo le regole corrette del gioco, di una maggioranza di cittadini elettori, ma soltanto di una minoranza quantitativamente maggiore delle altre minoranze esistenti, eletta dai sempre più scarsi Italiani che vanno a votare. Essa, in altre parole, diventa “maggioranza” solo per effetto di un truffaldino marchingegno elettorale e poggia su di un’asserita “coalizione” che, lungi dall’essere compatta, più confusa e sgangherata non potrebbe essere. In essa, infatti, convergono a) sedicenti liberali di Forza Italia e della Lega che accettano le discriminazioni offensive e oltraggiose dei camerati post-fascisti  nei confronti dei LGBTQI+ (accettando i loro “luoghi comuni” ereditati da Mussolini sull’anormalità dei cosiddetti “diversi”, sulla “malattia inguaribile” dei gay e altre scemenze del patrimonio “virilistico” fascista); b) autonomisti e frazionisti alla Calderoli (autore del sistema elettorale detto “porcellum” dopo che lui stesso l’aveva definito “una porcata”) versus unitaristi sperticati, che si dichiarano dominati dall’amor patrio più sconfinato (come “la pulzella della Garbatella” e i componenti del suo “cerchio magico”); c) illusi “giocherelloni” (come Salvini) che si divertono con progetti di “ponti sullo Stretto” e di applicazioni della fla-tax di Milton Friedman che altri camerati di cordata di FdI e avversari del Partito Democratico sanno bene che gli Statunitensi, con il sostegno di forze occulte locali, non consentiranno mai di realizzare, perché sono misure che potrebbero determinare, in violazione delle clausole del Trattato di Pace, uno sviluppo produttivo ed economico del Paese; d) “guerrafondai” fanatici e “interessati” all’egemonia americana e tiepidi, incerti, balbettanti “temporeggiatori” dell’invio di armi a Zelensky, avversati dal Ministro della Difesa meloniano.
2) Un Paese che non può neppure sperare nell’alternanza perché il pout-pourrì di un’eventuale coalizione di cosiddetto centro-sinistra si presenterebbe ancora più variegato e confuso di quello del cosiddetto centro destra, tra una Schlein che, certamente creata in vitro nell’alambicco elvetico-ebraico- statunitense, deve ancora cercare di capire che cosa veramente voglia fare “da grande” (nonostante i supposti finanziamenti e sostegni che un numero crescente di cittadini ritiene  provenienti d’Oltreoceano); un Giuseppe Conte, “stoppato” sempre al momento giusto dal “comico” imposto agli Italiani (come Zelensky lo è stato agli Ucraini), che, pur dotato di facile demagogia e abile nel simulare un finto pacifismo non sempre si avvede quando il fine di accaparrarsi voti a buon mercato comincia a divenire “rischioso”; un Calenda e un Renzi in perenne conflitto tra di loro sulla natura del “nulla” in cui vorrebbero convincere gli Italiani a credere.
3) Un Paese che da destra e da Sinistra, passando per il centro, è felice di essere stato ridotto da un trattato di pace di circa ottanta anni fa (limitativo della sua libertà d’azione in campo economico) al rango di una vera e propria “colonia”, di fare parte di un’Unione Europea dove progressivamente conta sempre meno, di eleggere governanti che pendono dalle labbra della tedesca Ursula von der Layen e seguono l’indirizzo bellicista di un signore chiamato Stoltenberg.
4) Un Paese che vede crescere paurosamente il numero degli astensionisti ma si è assuefatto all’idea di dover constatare l’assoluta mancanza di sondaggi volti a capire che cosa pensino veramente gli Italiani su una guerra tra due potenze straniere che, al di là della “propaganda” dell’una e dell’altra,  si scontrano per fini imperialistici e danneggiano un popolo (il nostro, insieme ad altri) uscito con le ossa rotte dalla pademia del Covid 19 e in procinto di aggravare la sua posizione debitoria nei confronti delle centrali finanziarie anglo-americane (fintamente sedicenti europee) senza ricevere alcun vantaggio per la propria crescita economica.
In un Paese siffatto, comunque, è sconsigliabile contrastare gli ottimisti, perché con essi certamente si va a rotoli ma con il cuore pieno di gioia. Ricordo che quando da bambino ero atterrito dalle fortezze volanti americane che sganciavano bombe sulla mia città, Salerno, riducendola a un cumulo di macerie, era un conforto sentire il cosiddetto “scemo del villaggio” che gridava a tutto spiano, uscendo dal “ricovero” nei sotterranei del palazzo, che quella del 21 giugno del 1943 era la prima, vera giornata di pieno sole!