Opinioni a confronto. Qualcosa si muove sul fronte Occidentaleo è frutto di un puro miraggio? Sulla missione di padre
Zuppi a Kiev occorre capire qualcosa di più rispetto a quanto il sistema
mass mediatico occidentale (asservito, secondo il parere di molti osservatori
politici, alle centrali finanziarie di Wall Street e della City) ha lasciato
trapelare.Il messo del Papa è stato trattato, come
suol dirsi, “a pesci in faccia”, da un protervo Zelensky, secondo un
rituale che di certo era più che prevedibile. Le immagini del guitto diventato
Presidente dell’Ucraina e capo dei battaglioni neo-nazisti Azov sono state
molto eloquenti e di rara antipatia.D’altronde,
dalle stesse fonti vaticane si era detto che il cardinale Zuppi era andato in
Ucraina solo per ascoltare. Che cosa? Ciò che già tutti
sapevano sulla posizione di Zelensky?C’è chi
ritiene che, rebus sic stantibus, tentare di capire se la missione abbia
potuto avere un significato ben diverso da quello apparente non è un fuor
d’opera.Certamente, a livello dei rapporti internazionali
esistenti al mondo, il viaggio non poteva avere alcun effetto. Joe Biden che risponde
fedelmente ai diktat della lobby ebraica e massonica di Wall Street non ha
neppure bisogno di chiedersi, come Stalin a Jalta, di quante divisioni
corazzate disponga il Pontefice.Si può solo
pensare che la commiserevole missione di Kiev con lo "schiaffo"
a Zuppi sia stata immaginata solo per svegliare, grazie a quel gesto di
verbale violenza, il torpore degli Europei e degli Italiani (in specie) di
fronte alla pericolosità crescente di una guerra insensata.Naturalmente, è augurabile che se il Pontefice ha
pensato che “offrendo l’altra guancia” riteneva possibile lo sfaldamento del
fronte dei guerrafondai italici, abbia escluso dal novero dei possibili pentiti
gli asserragliati nelle roccaforti comuniste e fasciste. Essi sono di troppo
recente acquisizione all’area d’Oltreoceano e d’Oltremanica
perché rinuncino, da neofiti, al forte potere politico acquisito con
il sostegno del sistema mass mediatico governato dalla massoneria
ebraico-anglosassone.
Papa Francesco avrebbe
potuto pensare, però, che l’apparente totalità dei guerrafondai
italiani possa cominciare, in men che non si dica, a “sgretolarsi” e
inondare l’elettorato del Bel Paese di anti-bellicisti togliendoli dall’area
crescente degli astensionisti.E ciò, in
concomitanza con le prossime elezioni europee, non sarebbe una mossa politica
di poco peso.Naturalmente, anche i cattolici usciti dalla
vecchia DC (scherniti e ridotti al silenzio negli schieramenti di sinistra, di
centro e di destra) sono in una bolla composta più di false notizie
propagandistiche che di ragionamenti logici ispirati a raziocinio. E si
trovano, per la prima volta, di fronte a un chiaro ed esplicito contrasto della
Curia con le posizioni del Pontefice.In tali
condizioni non sarà facile che, con l’astuta operazione del Papa, si possa
trovare un leader politico capace di portare sul terreno della lotta il
grido disperato ma certamente razionale di pace.Egli
dovrebbe: essere indipendente dai finanziamenti e dall’appoggio mass-mediatico
di Wall Street e della City; coraggioso abbastanza per dire basta a una
guerra voluta per contrasti egemonici tra Stati Uniti e Russia e
per denunciare anche apertamente la palese complicità della Nato e di
una servile Unione Europea; e, last but not least, agire sapendo di avere
contro la Curia Romana e lo IOR.Certo: forse
Francesco confida che i cattolici, potrebbero togliersi qualche pietra
dalle scarpe dopo essere stati estromessi dalla politica italiana da quegli
stessi americani che essi avevano devotamente servito per lunghissimi decenni.
Ma basterà per dare coraggio a un “popol morto”, come lo definiva Carducci?