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lunedì 17 luglio 2023

CALABRIA E DINTORNI
di Vincenzo Rizzuto


Il sonno della ragione produce… il nulla”.
 
La pandemia del Covid in due anni ha finito per fiaccare del tutto il “pensiero debole”, che già da decenni sta governando l’Europa intera, compresa la nostra piccola Italia. Il fenomeno poi assume contorni inquietanti in alcune realtà, come nella nostra amata Calabria e dintorni, dove ormai si dorme a sette cuscini e si sognano praterie celestiali non solo da parte di chi è stato insignito di cariche politico-amministrative, ma anche da parte dei giovani, degli studenti e della collettività tutta; nessuno di essi si accorge che piano piano, a passi felpati tipo ‘pantera rosa’, ‘alla humma humma’, gli stanno sfilando anche le mutande: gli hanno chiuse le scuole, gli uffici, gli ospedali, gli ambulatori, gli uffici postali, e le donne hanno ripreso a partorire nelle autoambulanze e nelle macchine senza alcuna assistenza sanitaria, un po’ come avveniva nei primi anni Venti del Novecento, prima che si aprisse l’ospedaletto ‘Charitas’ del beato Greco ad Acri. E ciò che succede in questa città si verifica anche nei paesi limitrofi, che invece di confederarsi e scendere uniti in piazza almeno ad ‘ululare’, preferiscono riposare dormendo giorno e notte. Non c’è Partito, non c’è Sindacato, non c’è deputato, senatore o consigliere regionale, di opposizione o di maggioranza, disposto a non dormire per portare sull’agorà una sola voce di riscatto; il buon Totò direbbe: “Tutti fottono e se ne fottono”.  Tutto questo mi fa andare indietro negli anni e mi fa dire che forse quei figli di p…, che ci chiamavano pazzi quando ci agitavamo per aprire scuole e ospedali, per portare luce e strade nelle campagne, avevano ragione, anche se poi finisco sempre per concludere che se non avessi i miei anni, ritornerei ad ‘ululare’ con i miei scalmanati compagni, convinto che il sonno sa di morte!