UNA MILANO
MALATA
di Federico
Migliorati
Ottonelli con il suo libro
Una Milano
“malata”, intrisa di violenza e malignità, dove arroganza e protervia sembrano
farla da padrone e il lato oscuro delle personalità prende il sopravvento: lo
scrittore e network engineer Roberto Ottonelli tratteggia così la sua città,
dove è nato nel 1978, in Il dolce sorriso della morte. Un uomo, i
suoi demoni, il nuovo avvincente poliziesco dato alle stampe per Ugo Mursia
Editore. Due i protagonisti principali: da una parte il male, rappresentato da
Marco Bordoni, dall’altra il bene, l’ispettore Barzagli, alla caccia del primo
ma con diverse ombre anche nella propria vita. Promotore finanziario senza
troppo entusiasmo, una laurea (inutilizzata) in Biologia in tasca, Bordoni nonostante
i suoi 37 anni suonati vive ancora sotto l’ala protettrice e oppressiva della
madre, rimasta vedova di un uomo violento e irrecuperabile. Non ci vorrà molto
per comprendere come dietro all’apparenza dimessa, distaccata e gentile di
Bordoni si nasconda una psiche diversa, crudele e maligna. Le turbe infantili, la
mancata accettazione della propria forma fisica, il rapporto burrascoso con il
genitore, l’incapacità a relazionarsi con il sesso femminile sono elementi che
ne pregiudicano una crescita matura e che sfoceranno in una situazione
impensabile. Ma con ciò emerge anche una visione della società e dei rapporti
umani malata, in cui la furbizia, la scaltrezza, la prepotenza tendono a
dominare: in un tempo frenetico business is business e tutto passa sopra ad
esso. La rapida sequenza di omicidi, apparentemente slegati tra loro, porterà
la polizia e segnatamente Barzagli a prendere di petto il problema cercando una
soluzione che almeno all’inizio appare come un ostico rompicapo. Tra i due
protagonisti emerge il ruolo della madre di Bordoni, vittima due volte, prima
del marito quindi del figlio: sola, sempre meno autosufficiente, colta ma ormai
costretta a vivere tra le pareti di casa, la vedova Bordoni affronterà l’ultimo
tratto della sua vita mantenendo quel rapporto morboso e malato con il figlio
che cercherà in ogni modo di proteggere e tutelare. Contrassegnato da una
scrittura ritmata e veloce, in cui l’autore alterna il racconto in prima
persona dei due attori principali, il romanzo porta allo scoperto un piccolo mondo
di rapporti e di relazioni all’interno della metropoli e dell’hinterland, con i
demoni della mente sempre pronti ad abitare ovunque, dentro di noi.
Ottonelli con il suo libro |
Una Milano
“malata”, intrisa di violenza e malignità, dove arroganza e protervia sembrano
farla da padrone e il lato oscuro delle personalità prende il sopravvento: lo
scrittore e network engineer Roberto Ottonelli tratteggia così la sua città,
dove è nato nel 1978, in Il dolce sorriso della morte. Un uomo, i
suoi demoni, il nuovo avvincente poliziesco dato alle stampe per Ugo Mursia
Editore. Due i protagonisti principali: da una parte il male, rappresentato da
Marco Bordoni, dall’altra il bene, l’ispettore Barzagli, alla caccia del primo
ma con diverse ombre anche nella propria vita. Promotore finanziario senza
troppo entusiasmo, una laurea (inutilizzata) in Biologia in tasca, Bordoni nonostante
i suoi 37 anni suonati vive ancora sotto l’ala protettrice e oppressiva della
madre, rimasta vedova di un uomo violento e irrecuperabile. Non ci vorrà molto
per comprendere come dietro all’apparenza dimessa, distaccata e gentile di
Bordoni si nasconda una psiche diversa, crudele e maligna. Le turbe infantili, la
mancata accettazione della propria forma fisica, il rapporto burrascoso con il
genitore, l’incapacità a relazionarsi con il sesso femminile sono elementi che
ne pregiudicano una crescita matura e che sfoceranno in una situazione
impensabile. Ma con ciò emerge anche una visione della società e dei rapporti
umani malata, in cui la furbizia, la scaltrezza, la prepotenza tendono a
dominare: in un tempo frenetico business is business e tutto passa sopra ad
esso. La rapida sequenza di omicidi, apparentemente slegati tra loro, porterà
la polizia e segnatamente Barzagli a prendere di petto il problema cercando una
soluzione che almeno all’inizio appare come un ostico rompicapo. Tra i due
protagonisti emerge il ruolo della madre di Bordoni, vittima due volte, prima
del marito quindi del figlio: sola, sempre meno autosufficiente, colta ma ormai
costretta a vivere tra le pareti di casa, la vedova Bordoni affronterà l’ultimo
tratto della sua vita mantenendo quel rapporto morboso e malato con il figlio
che cercherà in ogni modo di proteggere e tutelare. Contrassegnato da una
scrittura ritmata e veloce, in cui l’autore alterna il racconto in prima
persona dei due attori principali, il romanzo porta allo scoperto un piccolo mondo
di rapporti e di relazioni all’interno della metropoli e dell’hinterland, con i
demoni della mente sempre pronti ad abitare ovunque, dentro di noi.