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martedì 19 settembre 2023

BRANDO ADDIO


Mirella e Brando
al corteo di un 25 Aprile

V
oi non ci crederete, ma Brando era un cagnetto antifascista. Se ne avesse avuto la possibilità, durante i cortei del 25 Aprile dove Mirella sempre lo portava con un bel fazzoletto rosso legato al collo, si sarebbe unito ai nostri slogan. Tutti gli facevano carezze e complimenti lungo il percorso, da corso Venezia fino in piazza del Duomo, e lo fotografavano come una star. Lui procedeva fiero, compiaciuto e impettito, con la coda ritta in verticale perché era un cagnetto socievolissimo e stava benissimo in mezzo agli altri. Era anche un po’ anarchico; ogni volta che gli si doveva mettere il piumino per proteggerlo dall’acqua e dal freddo per potarlo fuori per i bisognini, era una lotta, e convincerlo non era facile. Era bello, e un descamisado come lui non poteva farsi vedere in giro dalle cagnette come un borghese qualsiasi, imbottito e costretto in una bardatura così innaturale. Lo abbiamo trattato come si deve trattare un essere dotato di anima; la parola animale, lo ripeto ogni volta, contiene la parola anima



Mirella, più di tutti, lo trattava come un componente della famiglia qual era. Potrei raccontare le cose più toccanti e le cose più divertenti; ma ce ne sono state anche di amare, di dolorose, come avviene per ogni essere vivente, per ogni essere senziente. Era stato fortunato a trovare una famiglia ospitale, ma era stato anche sfortunato e 9 anni non sono nulla per la vita di un cagnetto. Ora lo percepiamo intorno a noi muoversi come quando era vivo. Sento ancora le sue zampette grattare il bordo del mio letto per le carezze d’obbligo; non sarebbe andato a dormire nella cuccia di stoffa che Mirella gli teneva linda e profumata, senza quelle carezze ormai divenute un rito. Della sua sofferenza degli ultimi mesi non voglio dire nulla, e nemmeno della nostra. Mirella e Azzurra ne soffrono più di tutti, e non a torto: le donne sono capaci di una dedizione e di una profondità di sentimenti che gli uomini non sanno neppure immaginare. Quando Brando le fissava con suoi occhioni intensi ed espressivi, pareva sul punto d’essere lì lì per parlare. Era così penetrante quello sguardo, così intelligente, che non mi sarei stupito se l’avesse fatto. In alcuni momenti sembrava ridesse, piangere l’ho visto con i miei occhi. Ma ora devo smettere, già un velo mi impedisce di vedere la tastiera… [A. G.]