EREDITÀ MISSINA E DESTRA DI GOVERNO di
Franco Astengo
In
Fratelli d'Italia non alberga soltanto l'eredità missina ma anche quella della
Nuova Destra anni'70 ed è questo un punto analitico da considerare con
attenzione quando ci si riferisce all'estraneità della destra di governo al
contesto costituzionale: in questo caso siamo di fronte a qualcosa di diverso
rispetto alla capacità di manovra di cui pure il MSI disponeva, ma partendo da
una posizione minoritaria e subalterna alle correnti di destra della DC. L'intreccio
tra l'eredità del MSI e quella della "Nuova Destra" anni'70 richiede
un confronto di tipo costituzionale non limitato al quadro istituzional parlamentare
(com'è avvenuto nell'occasione dell’incontro Governo- Opposizioni sul salario
minimo) o di decentramento amministrativo (nel sistema degli Enti Locali)
all'interno di un profilo sistemico che sempre di più sta assumendo dimensioni
bipolari (beninteso: non necessariamente bipartitiche). L'inoltrarsi nel ruolo
di governo da parte di una destra che conserva nel simbolo la fiamma del MSI e
conta nelle sue fila esponenti dei gruppi estremisti anni'70 richiede un
surplus di analisi per quanti intendono opporsi a questo stato di cose: la fase
può essere considerata di "deriva" oppure si tratta di un semplice
passaggio di alternanza in un quadro complessivo, a livello europeo, di crisi
del tradizionale impianto liberaldemocratico fondato sull'alleanza tra popolari
e socialdemocratici? Naturalmente
scrivendo questo intervento non si rivendica per un tema così complesso alcuna
capacità di definizione risolutiva, sul piano teorico e su quello della
prospettiva politica: si può affermare, infatti, come questo testo risulti
semplicemente un intento di testimonianza di una esigenza analitica (e di una
conseguente indicazione politica) di grande urgenza. La
destra doppiamente ex (missina e nuovelle droite) è salita al potere, in
Italia, dopo una lunga fase di emarginazione e - successivamente - di
partecipazione subalterna ai governi guidati ed egemonizzati da Forza Italia,
partito -azienda guidato con tratti quasi esclusivamente personalistici in nome
di un populismo televisivo che si intendeva "truccare" con
aspirazioni liberali. Il tentativo di ribaltare quel quadro determinato, dopo
la trasformazione del MSI in AN e la confluenza nel PDL, è fallita proprio
perché nel nostro Paese l'area di riferimento di quell'operazione rimane, sul
piano dello spazio elettorale, assolutamente esigua, mentre a destra lo
scioglimento della DC ha lasciato ampio spazio allargato da fattori culturali e
politici succedutisi nel tempo e alimentati - prima di tutto - dal populismo
dell'antipolitica e dal disprezzo prima di tutto verso il Parlamento (risalta
su questo punto il grave errore commesso dal PD nel seguire il M5S
nell'operazione riduzione nel numero dei parlamentari. Giudizio negativo questo
dato per ragioni di valore politico prima ancora che tecnico sul terreno della
riduzione della rappresentanza).
La
rottura del PDL ha così dato origine anche a Fratelli d'Italia: in un primo
tempo apparente ritorno all'antica sponda missina dalla vocazione minoritaria. La
lezione impartita all'interno del periodo dell'egemonia berlusconiana è stata
però appresa dagli esponenti del nuovo partito: ricordiamo come Giorgia Meloni
e Ignazio La Russa furono ministri nel governo presieduto dal patron di
Mediaset. Luigi Fasce nel suo prezioso testo "L'identità dei partiti al
vaglio della Costituzione" definisce così Fratelli d'Italia: "Il
riferimento statutario è nel solco del conservatorismo della destra storica,
con emblematico riferimento alla "Nazione" invece che alla
Costituzione e con fiamma tricolore simbolo del MSI di Almirante". Dalla
significativa sintesi elaborata da Fasce se ne trae l'indicazione che se si
intende analizzare la realtà dell'attuale destra di governo è necessario
risalire all'analisi delle coordinate ideologiche e strategiche del Movimento
Sociale Italiano. Il Movimento sociale italiano è stato un partito
politico italiano fondato ufficialmente il 26 dicembre del 1946 da reduci
della Repubblica Sociale Italiana come Giorgio Almirante (che ne fu segretario
per due volte), Pino Romualdi ed ex esponenti del regime fascista. La sua
ispirazione è di destra di stampo conservatore. Dall’anno successivo ha avuto
come simbolo la Fiamma Tricolore che in molti hanno identificato in quella che
arde sulla tomba di Mussolini, riferimento questo sempre contestato. Il
mondo politico-culturale della destra italiana è stato per lungo tempo
trascurato dalla comunità scientifica. Paradossalmente è stato dedicato più
spazio al versante della "Nuova Destra" e a quella dell'area radicale
e terrorista. La Nuova Destra, emersa nel corso degli anni '70 sulla scia della
Nouvelle Droite francese, ha sicuramente rappresentato il contributo
intellettualmente più originale e articolato di riflessione e rielaborazione
delle coordinate ideologiche della destra: da questo filone di ricerca era però
rimasto estraneo il Movimento Sociale Italiano che a destra rimaneva comunque
la parte più strutturata e corposa. Vi era molta differenza tra il Movimento
Sociale e le due aree della Nuova Destra e di quella radicale e terrorista, pur
nella contiguità di appartenenza d'area politica. Il MSI, infatti, era
strutturato secondo il classico modello duvergeriano del "partito di
massa" inquadrando centinaia di migliaia di iscritti. La Nuova Destra si
era strutturata come insieme di "piccole sette" (comprendenti anche i
piccoli gruppi golpisti e terroristi) o come "comitati" di
contromobilitazione moderata (la "maggioranza silenziosa") o
reazionaria ("Avanguardia Nazionale", "Ordine Nuovo").
In
merito alla strategia politica occorre ancora distinguere: a)
il MSI si poneva in alternativa al sistema dei partiti uscito dall'Assemblea
Costituente (il cosiddetto "arco costituzionale") pur non disdegnando
incursioni in quel campo (governo Tambroni, elezione di Leone) accettando e
praticando le regole parlamentari; b)
la Nuova Destra si dichiarava estranea rispetto al sistema e proclamava il
superamento degli istituti liberaldemocratici attraverso un processo
"metapolitico" di egemonizzazione culturale (processo tornato a galla
nel corso delle ultime settimane) e di ridefinizione ideologica. Nonostante
le affinità culturali tra le due aree del MSI e della Nuova Destra è bene
ricordare anche come si concretizzasse la differente impostazione appena
enunciata: 1)
Nel MSI il riferimento "evoliano" era tutto sommato di tipo
superficiale e strumentale, un semplice omaggio postumo. Per la Nuova Destra
invece il pensiero di Evola viene ridimensionato per la sua impostazione
anti-moderna; 2)
Nella Nuova Destra sono risultati assenti alcuni cardini della cultura missina
(pensiero giuridico: Rocco e Costamagna; pensiero filosofico Gentile e
Spirito). Riferimenti tratti direttamente dalla "mistica" fascista. Per
comprendere meglio lo stato delle cose nell'attualità va ricordato come la
delimitazione tra queste diverse entità (MSI e Nuova Destra con le appendici
radicali e terroriste) è stata sempre labile e incerta con frequenti passaggi
di confine tra il partito e le diverse organizzazioni esterne. In
Fratelli d'Italia queste componenti hanno trovato un punto di riunificazione,
tanto è vero che molti suoi esponenti provengono dalle aree esterne al MSI e -
ad esempio - le annotazioni polemiche riguardanti la celebrazione della strage
di Bologna sono state avanzate seguendo la traccia lasciata dalla P2 di Licio
Gelli piuttosto che da quella elaborata, a suo tempo, dal MSI.
In
Fratelli d'Italia non alberga soltanto l'eredità missina ma anche quella della
Nuova Destra anni '70 ed è questo un punto analitico da considerare con
attenzione quando ci si riferisce all'estraneità della destra di governo al
contesto costituzionale: in questo caso siamo di fronte a qualcosa di diverso
rispetto alla capacità di manovra di cui pure il MSI disponeva, ma partendo da
una posizione minoritaria e subalterna alle correnti di destra della DC. In
eredità dal MSI la destra di governo sta incontrando difficoltà a muoversi sul
terreno economico: non basta, infatti, proclamarsi "liberisti" o "conservatori"
modello reaganian-tachteriano ,pesa infatti la logica populista-corporativa
(Brancaccio ha definito bene: equilibrismo al servizio dei due padroni, quello
liberista e quello corporativo dei tassisti, dei balneari ecc.) oltre a
soddisfare la necessità della "vocazione sociale" del fascismo
repubblichino (da questo punto le incertezze sul salario minimo e la
vocazionetratta direttamente dall'ultimo
Mussolini socializzatore delle impresedi cui Angelo Tarchi, nonno di Marco Tarchi ideologo della nuova destra
italiana, era il ministro dell'Economia Corporativa). Egualmente
risalta la difficoltà sul piano europeo: il progetto di trasmigrazione dei
conservatori in una maggioranza con i popolari appare di non facile
praticabilità e il PPE non appare appieno disponibile. L'esito delle elezioni
spagnole, ad esempio, ha indicato come concreta il ripresentarsi della
necessità di formare di nuovo la "maggioranza Ursula" cui i
conservatori (orbi del partito britannico) non parteciparono anche perché FdI
stava all'opposizione del governo Draghi. Adesso, invece, le elezioni europee
si svolgeranno con FdI al governo e si tratterà di una situazione molto
diversa. Inoltre
sarà difficile realizzare il tentativo ultra-atlantista di far coincidere
NATO/UE cercando di spostare l'asse verso il gruppo di Visegrad, del resto
diviso nell'appoggio all'Ucraina. Quanto
fin qui indicato potrebbe rappresentare (scontati tutti i limiti del caso sul
piano dell'esposizione) un contributo di riferimento per l'avvio del dibattito
a sinistra in vista della scadenza europea 2024.