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sabato 2 settembre 2023

LA LISTA PACIFISTA  
di Luigi Mazzella

 
L’Occidente non vanta una tradizione pacifista. Il suo rappresentante di una tale linea di pensiero è indicato, dagli storici, in Charles-Irenée Cashe de Saint Pierre il cui “Progetto di pace” infuenzò fortemente il pensiero di Jean Jacques Rousseau. Ben diverso è il caso dell’Oriente. A parte tracce rinvenibili ne testi sacri dell’induismo, nelle predicazioni buddistiche e nel giainismo, per i Cinesi della tradizione il vero testo basilare dell’amore per la pace rimonta agli anni del VI secolo (o secondo filologi europei più severi: agli anni intorno al 250 prima di Cristo) il Daodeing, base del Taoismo, che può, quindi, considerarsi il primo testo pacifista del Pianeta. L’Occidente, dilaniato da guerre tremende, distruttive, disastrose tra credenti di religioni differenti (ebrei contro cristiani, cattolici contro protestanti, tutti e tre contro gli islamici) o tra seguaci e fanatici di utopie salvifiche ugualmente folli: nazifascisti e socialcomunisti, ha solo prodotto una sorta di “pacifismo” appena abbozzato, riuscendo a esprimerlo malamente in alcuni momenti della sua lunga storia di “bellicismo perpetuo”. E ciò perché la presenza endemica di una cultura interamente permeata da assolutismi, sia religiosi sia politici, inconciliabili e intolleranti ha fatto sì che anche il pacifismo si presentasse con caratteri di assoluta faziosità: si era pacifisti ma sempre contro qualcuno! Per esempio, ai tempi della guerra fredda: o contro l’America per le sue incursioni belliche ripetute e violente in Asia, in Africa e in ogni luogo della Terra o contro la Russia per le sue spietate invasioni dei Paesi dell’Unione Sovietica cosiddetti “satelliti”. Oggi, la situazione potrebbe anche ritenersi cambiata. I partiti nel “Bel Paese”, tutti, senza eccezioni, decisamente asserviti ai vicerè dell’Unione Europea, alla Nato e quindi sostanzialmente agli Stati Uniti d’America ripetono i medesimi cliché mutuati dal partito democratico nordamericano (e il suo  sinistrismo pauperistico esclusivamente  di maniera) e fingono di  discutere animatamente di redditi di varia denominazione, di bonus, di sussidi o di salari minimi, di flat-tax per poveri e di altre amenità propagandistiche, “recitando a soggetto”. La gente, dal suo canto, per non essere disturbata nel “sonno” cui parla l’Autore de Il Gattopardo, accetta supinamente che il Paese si indebiti sempre di più e rinunci a ogni pretesa di ripresa economica, subisce i metodi americani dell’uso politico della giustizia e ammette che gli uomini politici, ritenuti scomodi Oltreoceano, siano tolti di mezzo non dal giudizio degli elettori ma da avvisi di garanzia e decisioni giudiziarie, recita, con celebrazioni masochisticamente annuali, “de profundis” per tutte le stragi, eccidi, delitti compiuti da briganti foraggiati in modo misterioso in nome ora dell’uno ora dell’altro degli italici “vizietti” (fascismo e comunismo). 



Un segno positivo, però, c'è. Molti cittadini che pagano le tasse cominciano a non tollerare che “la pulzella della Garbatella” in competizione con il Cancelliere teutonico si ostini a non toccare le spese di bilancio per il riarmo. Essi ritengono assurda la condanna degli Italiani a fare sacrifici, dopo gli effetti di una terribile pandemia, soltanto per odio a Putin e per obbedienza agli ordini di Biden.
Essi cominciano anche a capire che non cambierebbe nulla se andasse al potere l’altra “Pulzella”, quella svizzera e italo-americana dal nome forestiero, perché anche in Italia domina il “pensiero unico” che l’Occidente attribuisce dispregiativamente alla “autocrazie”. Domanda: ciò potrebbe significare che in vista delle prossime elezioni europee una lista pacifista potrebbe raccogliere i consensi di tutti gli Italiani che decidano di ritirare i cervelli dati all’ammasso dei partiti esistenti, facendo leva unicamente sul loro pensiero libero e incondizionato? Risposta: sì! A una sola condizione, però: che la lista sia veramente priva di tutti i colori politici che in ottanta anni hanno contribuito alla rovina dell’Italia o li comprenda tutti, ugualmente sciolti e fusi in un pensiero veramente libero, non condizionato da quelle fedi e ideologie che per i loro reciproci contrasti, considerati irriducibili, hanno alimentato catastrofici conflitti!