Se 8
miliardi vi sembran pochi… Sapete
chi sono i più accaniti assertori dell’incremento demografico? Quelli che di
figli non ne hanno nessuno o al massimo uno. Perché loro mica sono scemi,
vogliono godersela la vita, viaggiare, dedicarsi alle loro nobili faccende e
soprattutto non avere impicci. E le donne dei ceti ricchi se ne guardano bene dal
farsi trasformare in chiocce. Lasciano volentieri questo compito ai poveri, ai
negri, agli analfabeti, ai fanatici di religioni divenute disumane. Incremento
demografico sì, ma con l’utero degli altri (anzi, delle altre, per essere più
precisi). Il clero, da parte sua, ha deciso volontariamente di non contribuire.
C’è stato un tempo in cui i prelatipredavano come tutti i comuni
mortali, e fra un miserere e una estrema unzione, ungevano di brutto; si sa, la
carne è debole e lo è sempre stata. Non disdegnavano: ci davano dentro e di
figli ne spargevano in ogni dove. Dalle mie parti in Calabria avevano
concubine, seducevano le servette e ingravidavano con disinvoltura. Ovviamente
il frutto del peccato non veniva riconosciuto, né era benedetto agli occhi del
Signore; la poveretta si doveva arrangiare e quasi sempre viveva di stenti e
moralmente disonorata. Non contribuisce all’incremento delle nascite gente come
l’ex direttore del “Corriere della Sera” citato su queste pagine nell’articolo
di Vittorio Melandri. Tanto meno lo fanno gli appartenenti alla sua classe di
privilegiati. Ignoro quanti figli abbia messo al mondo De Bortoli, se abbiano contribuito
con le loro braccia a colmare il vuoto fra i raccoglitori di pomodori in Puglia
per paghe da schiavi, rischiato sulle impalcature come muratori a 46° di
temperatura in pieno luglio e si sono spaccate le mani col gelo dell’inverno. Sarò
distratto, ma non mi pare di aver letto sul “Corriere della Sera” che uno dei
figli di costoro sia morto in un cantiere, dentro le viscere di una miniera o
risucchiato dal macchinario in uno di quegli stabilimenti dai ritmi
allucinanti.
Incrementare è la parola d’ordine di politici,
prelati e affaristi. Incrementare le nascite a dismisura; fare in modo che vi
siano braccia di schiavi sempre a disposizione, a disposizione del loro
servizio, naturalmente. E tuttavia i magnificatori dell’aumento della prole
dovrebbero mettersi d’accordo. Prima ci ossessionano con lo spaventoso collasso
ambientale, con l’assottigliarsi delle risorse disponibili sul pianeta, con le
crisi idriche, la desertificazione, la sterilità dei suoli, la produzione
incontrollata dei rifiuti, il sovrappopolamento urbano, il consumo di suolo,
l’apocalisse nucleare e poi pretendono che si facciano figli. In certi ambienti
non si fa mistero alcuno della necessità di calmierare l’incontrollato aumento
demografico (oltre otto miliardi al momento), ricorrendo ad armi nucleari
tattiche e a guerre geograficamente delimitate. Ci terrorizzano sostenendo che
il livello di benessere anche nelle società occidentali è destinato a
regredire. Che non ci sarà lavoro per tutti e il poco è destinato a diventare
sempre più precario. Già oggi, e chi ha occhi per vedere lo vede benissimo, non
tutti possono farsi decentemente curare, mantenere un figlio all’Università,
pagare i mutui, permettersi una vacanza. Di cosa parlano dunque questi
fastidiosi ciarlatani? Hanno idea di quante stanze si compone l’abitazione
media di un loro concittadino? Dove metterli a dormire i figli, dentro i
cassetti dei comò come avveniva negli anni Cinquanta? Hanno notizie di quanto
costano gli affitti, i dentisti, le bollette, il cibo a Milano? Sanno delle
pensioni da fame? Sanno che alla mattina si deve decidere se comprare il
giornale o il latte?
Se davvero
c’è il pericolo delle culle vuote in Italia, come mai non si trovano case a
buon mercato? E perché si continua a costruirne forsennatamente se si sa a
priori che rimarranno vuote? E ancora: se è certo che la popolazione italiana
avrà un crollo nei prossimi decenni, perché non accogliete giovani, donne e
bambini che arrivano a migliaia sulle nostre coste? Non dovete neppure fare lo
sforzo di andarli a catturare in Africa, non dovete approntare alcuna tratta,
ci pensano per voi i trafficanti di governi amici. Vi arrivano, dal vostro punto
di vista (non dal mio), su un piatto d’argento. Li potete impiegare come
schiavi a due lire nei lavori più umili, pericolosi, massacranti. Persino ammassarli
impunemente in disumane baraccopoli, da negrieri quali siete.
E invece
sarebbe magnifico se chi come noi, appartenente alle classi “inferiori”, di
figli al mondo non ne mettesse nemmeno uno. Sareste costretti, a ricorre ai
vostri robot. Non avete forse in questi anni abbondantemente espulso dal ciclo
produttivo migliaia di braccia attraverso l’impiego dell’automazione? Vi siete
mai preoccupati di come fanno a sostentarsi e rimanere in vita quei disperati?
Probabilmente non trovereste il buon pane del mattino sulle vostre sontuose
tavole, non potreste più bere il vostro champagne e sareste costretti a
imparare il valore del lavoro e della sofferenza. Soprattutto non potreste
mandare al massacro per le vostre insulse criminali guerre un solo figlio di
operaio e di contadino, o disporre di disperati che si arruolano per fame nei
vostri eserciti di morte. Senza di noi, le guerre riguarderebbero solo voi:
potenti, politici, finanzieri, produttori di rovine, gazzettieri al servizio
dei poteri, speculatori e sfruttatori di ogni risma.