Emergenza Umanitaria e Sanitaria a Gaza:
Fermare immediatamente il massacro. Oltre mille operatori sanitari, fra medici
e infermieri, hanno firmato questo appello promosso da Medicina Democratica, Anbamed, Aps Per La Multiculturalità, Psychologists For Human Rights, Unione
Nazionale Delle Associazioni Per La Salute Mentale.
Fra i primi firmatari: Veronese Guido, Psicologo E Psicoterapeuta,
Professore Associato di Psicologia Clinica e di Comunità Università di
Milano-Bicocca, Agnoletto Vittorio, Medico, Università di Milano Medicina
Democratica, Alhourani Haitham, Medico, Università di Genova, Fiscone
Chiara, Psicologa, Università di Genova.
Siamo un gruppo di
operatori sanitari profondamente preoccupati e indignati per il silenzio delle
nostre istituzioni e della nostra politica, per l’unilateralità mediatica
riguardo a ciò che sta accadendo da una settimana in Medio Oriente. Oggi, nella
Striscia di Gaza, siamo di fronte a una catastrofe umanitaria senza precedenti.
La popolazione civile sta subendo gli orrori di massicci e indiscriminati
bombardamenti perpetrati dall’esercito israeliano. Secondo i dati pubblicati
dal Ministero della Salute palestinese, ad oggi si contano 1.799 morti, tra cui
583 bambini e 351 donne, mentre i feriti sono 7.388, di cui 1.901 bambini e
1.185 donne. Questi devastanti attacchi hanno portato gli ospedali sull’orlo
del collasso (mancano forniture mediche di base, scorte di ossigeno, posti di
terapia intensiva, ect), impedendo loro di far fronte all’afflusso incessante
di pazienti feriti e di sfollati in cerca di rifugi sicuri. Inoltre, secondo le
informazioni fornite da UNFPA, all’interno della Striscia di Gaza attualmente
si trovano circa 50.000 donne incinte, le quali purtroppo non sono in grado di
accedere ai servizi sanitari essenziali. Di queste, circa 5.500 donne si
preparano a dare alla luce un figlio nel corso del prossimo mese, generando una
media di 166 nascite al giorno. Tutto ciò avviene in condizioni di accesso
inadeguato all’assistenza sanitaria e persino all’acqua pulita. Le condizioni
attuali sono severamente aggravate da 16 anni di quasi completo assedio
dell’enclave palestinese che impedisce un sufficiente e dignitoso flusso di
materiale sanitario, equipaggiamento e quindi il funzionamento adeguato delle
strutture sanitarie e degli ospedali anche in tempo di pace. L’attuale drammatica
condizione è il risultato diretto del blocco totale imposto dal governo
israeliano a partire dal secondo giorno dell’attuale conflitto. L’ONU e Amnesty
International hanno chiaramente dichiarato che tale decisione non solo viola il
diritto internazionale, ma costituisce un crimine di guerra. Questo blocco
costringe la popolazione civile a vivere in condizioni igienico-sanitarie al di
sotto di ogni accettabile dignità umana. Testimonianze dirette hanno mostrato
come, per esempio, le persone siano costrette a bere acqua non potabile,
originariamente destinata ai servizi igienici, in mancanza di alternative. Inoltre, la mancanza di
elettricità e carburante per attivare i generatori di elettricità mette a serio
rischio la vita dei feriti, aggravando ulteriormente una situazione già
estremamente critica. I continui e indiscriminati bombardamenti contro la
popolazione civile distruggono case, scuole, campi rifugiati e ospedali,
creando una spirale di violenza senza fine. In data odierna l’esercito
israeliano ha ordinato a più di un milione di persone nelle zone settentrionali
e centrali di Gaza di evacuare le proprie case, scuole e ospedali per spostarsi
verso il sud della Striscia. Questa richiesta è stata fortemente contestata
dalle Nazioni Unite e dalle più importanti organizzazioni umanitarie, in quanto
non solo viola il diritto internazionale, ma mette anche a rischio la vita di
pazienti vulnerabili ricoverati negli ospedali della zona settentrionale e
centrale, e, più in generale, della popolazione civile a causa della mancanza
di mezzi di trasporto per l’evacuazione, destinazioni sicure e assistenza
medica. Siamo profondamente
sconvolti e preoccupati dalla tragica e brutale perdita di vite umane a causa
dei massicci attacchi in corso a Gaza e condotti dalle forze militari
Israeliane. Questa situazione richiede una risposta urgente perché stiamo
assistendo ad una vera e propria catastrofe umanitaria, alla violazione dei
diritti basici dei civili secondo la Convenzione di Ginevra. Pertanto, ci
appelliamo con forza e determinazione alle nostre istituzioni locali e
Nazionali affinché esercitino pressione per mettere fine alla perpetrazione di
violenze indiscriminate contro civili inermi che risulta in una vera e propria
punizione collettiva. Chiediamo pertanto al Nostro Governo e all’Unione Europea
che facciano tutti gli sforzi necessari per fermare la strage di civili.
Sollecitiamo con urgenza
l’immediata creazione di corridoi umanitari sicuri che consentano alle persone
di spostarsi verso luoghi di protezione. Questa misura è dovuta dall’esercito
israeliano e vitale per salvare vite umane e alleviare la sofferenza delle
persone coinvolte in questa crisi. Infine, ribadiamo
l’importanza del totale rispetto della Convenzione di Ginevra e del diritto
internazionale. Queste norme sono fondamentali per proteggere i diritti umani e
la dignità delle persone coinvolte in conflitti armati ed è un dovere
imprescindibile sia morale che militare dell’esercito israeliano. L’attuale catastrofe
umanitaria richiede una risposta immediata, irrinunciabile e doverosa per
proteggere la vita e la dignità di tutta la popolazione di Gaza a rischio
costante della propria vita.
SI RICHIEDONO ADESIONI DI
PERSONALI DI OPERATORI SANITARIINSERENDO
IL PROPRIO NOME, COGNOME, RUOLO E PROVINCIA COMPILANDO IL FORM CHE TROVATE
CLICCANDO QUI SOTTO: FORM PER ADESIONE ALL’APPELLO
(CLICK QUI PER ADERIRE ALL’APPELLO).
L’elenco verrà aggiornato giornalmente.