Angelo Gaccione racconta la città nei suoi dettagli. Palazzi,
chiese, strade, cortili, portoni, terrazze, musei, biblioteche, salotti,
lapidi, fontane. E ancora: giardini, campane, concerti, pittori, letterati,
libri, poeti, nuvole, nebbia, vento, odori… C’è di tutto in questo nuovo libro su Milano di Angelo
Gaccione (La mia Milano, edizioni Meravigli, 224 pagine, 17,00 euro),
autore legato anche a Bergamo, che si conferma scrittore acutissimo e attento,
capace di entrare non solo nel ventre e nel cuore della città, ma in ogni sua
piega più riposta. Un Gaccione innamorato della città che lo ha accolto
giovanissimo e dove ha compiuto il suo itinerario intellettuale. Da queste
pagine emerge un amore smisurato e una compenetrazione profonda e rara; per
trovarne i precedenti bisogna andare indietro, molto indietro nella memoria: a
Stendhal per Milano e ad alcuni scrittori dell’Ottocento per San Pietroburgo,
Londra, Parigi, Vienna o Lisbona. Gaccione non rinuncia però all’indignazione
per tutto quanto di negativo salta evidente ai suoi occhi, riconfermando anche
in questi scritti la sua vena di polemista e di intellettuale critico e
apertamente schierato. Ogni pagina di questo libro, dal titolo indovinatissimo,
è una vera gioia, ricco com’è di notizie storiche, di luoghi, nomi, volti,
colori, umori, suggestioni culturali, contaminazioni di discipline e di forme
d’arte fra le più diverse, il tutto raccontato con uno stile accattivante e di
cui Gaccione resta un maestro. Parafrasando il titolo, davvero questa Milano
non poteva essere più sua. [Per
gentile concessione del quotidiano “L’Eco di Bergamo” di venerdì 13 ottobre
2023]