Gaza.
Vi mando un aggiornamento da Raffa dove come cooperanti operatori umanitari
siamo ancora nel campo messo a disposizione dall’UNRWA, viviamo nelle stesse
condizioni dei palestinesi: senza sufficienti servizi igienici, questa non è
una struttura attrezzata per poter accogliere le persone e per quanto mi
riguarda ovviamente questo e non può che farmi sentire più vicina alla
popolazione di Gaza. Ma vi do qualche numero. Le Nazioni Unite, attraverso
l’UNRWA che è presente a Gaza, parlano di 544.000 persone che sono sfollate in
147 scuole dell’UNRWA, altre 70.000 persone invece sono sfollate in 67 scuole e
governative e più di 110.000 persone si trovano distribuite presso centri
religiosi chiese, sempre che non vengano bombardate come quella a Gaza City, e
rifugiati presso gli ospedali negli spazi messi a disposizione esternamente. Tutta
questa popolazione sta vivendo in situazioni di estremo disagio: senza servizi
igienici, senza la possibilità di poter usufruire di acqua, perché qui l’acqua
ormai è frazionata e viene portata nei campi solo con le taniche… quando arriva.
L’UNRWA distribuisce un cestino alimentare quotidiano che è composto da una
scatoletta di carne un pane. Questo è quanto è l’UNRWA è in grado oggi di
garantire agli sfollati, ovviamente le famiglie, quelle che possono acquistano
ancora qualcosa nei pochi negozi rimasti aperti con molto disagio. Hanno
organizzato nel campo degli angoli adibiti a cucina. La situazione negli
ospedali è drammatica, non ci sono più scorte di farmaci ormai sono al limite
per cui i malati cronici pazienti che erano negli ospedali sono praticamente
senza cure mediche, mancano soprattutto tutti i materiali sanitari monouso che
possono essere utili per curare i feriti che arrivano numerosi. L’UNRWA ha
stimato che circa 1.400.000, cioè il 60% della popolazione della Striscia di
Gaza è stata costretta ad abbandonare le proprie case, trovando riparo nelle
scuole governative, nell’ UNRWA o negli spazi esterni agli ospedali, oppure si
sono trasferiti presso familiari in altri governatorati, in particolare nella
zona centrale e a sud della Striscia di Gaza.
In
questi in questi due giorni ci sono stati pesanti bombardamenti in tutti i
governatorati a nord della Striscia di Gaza, sono stati continuamente
pesantemente bombardati. Questa notte hanno bombardato anche Raffa e Kan
Yuonis; è stata una notte molto difficile, senza sonno, e quando si riusciva un
attimo a dormire si veniva interrotti dai bombardamenti e dal suono delle
sirene e delle ambulanze che andavano a soccorrere i feriti. Ieri mattina un F
16 ha colpito delle abitazioni vicino a una moschea a poche centinaia di metri
da noi, causando quattro morti e dieci feriti. Il ministero della salute ha
diramato il 21 di ottobre l’ultimo bollettino di aggiornamento della situazione,
i morti sono 4385 di cui 1756 son bambini e 967 sono donne, 13.561 i feriti; il
ministero della salute ha fatto presente che il 70% delle vittime sono donne
anziani e bambini. In
questa situazione drammatica due giorni fa sono arrivati dei convogli di aiuti
umanitari, sono entrati da Raffa. Questi beni che consistono in generi alimentari
e medicinali, sono stati presi in carico dall’UNRWA per disposizione delle
forze di occupazione israeliane. Questi beni, quindi medicinali e generi
alimentari sono solo a disposizione dei governatorati e a sud della Striscia di
Gaza e nella middle aerea e non c’è alcuna possibilità di far arrivare e questi
beni a nord della Striscia di Gaza. È chiaro che Israele sta cercando di
strangolare la popolazione a nord, probabilmente nel già dichiarato intento di
un attacco via terra e quindi vuole ridurre allo stremo quei pochi palestinesi
che sono rimasti ancora in Gaza City, mentre l’UNRWA ha diramato una
disposizione che chiede alle scuole di accogliere le famiglie evacuate del nord
della Striscia di Gaza, ora dovranno e abbandonare questi “rifugi”, che non
sono dei veri e propri rifugi, questi luoghi di una qualche sicurezza e
spostarsi verso la zona intermedia e la zona a sud della Striscia di Gaza.
Noi
qui siamo chiusi in questo in questo parcheggio che è il campo dell’Unrwa dal
quale non ci è possibile uscire, quindi non abbiamo neanche la possibilità di
verificare sul territorio quello che sta succedendo negli ospedali e la
distruzione che abbiamo intorno. È la volontà di Israele non vuole avere testimoni.
Infatti Israele non ha ancora permesso a giornalisti, che mi risulta siano in
attesa al border di Raffa di poter entrare, quantomeno poter documentare quello
che sta avvenendo, la catastrofe umanitaria che si sta consumando nella
Striscia di Gaza. Personalmente non posso che sentirmi ancora una volta a
fianco di questo popolo che ha dato già dimostrazione in 75 anni di occupazione
di non voler abbandonare la propria terra e sicuramente dopo questa pesante
aggressione qualsiasi saranno i risultati finali di questi massacri il popolo
palestinese resisterà nella sua terra. [Gaza
di lunedì 23 ottobre 2023]