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martedì 24 ottobre 2023

L’OLOCAUSTO DI GAZA
di Giuditta Grattini

 
Gaza. Vi mando un aggiornamento da Raffa dove come cooperanti operatori umanitari siamo ancora nel campo messo a disposizione dall’UNRWA, viviamo nelle stesse condizioni dei palestinesi: senza sufficienti servizi igienici, questa non è una struttura attrezzata per poter accogliere le persone e per quanto mi riguarda ovviamente questo e non può che farmi sentire più vicina alla popolazione di Gaza. Ma vi do qualche numero. Le Nazioni Unite, attraverso l’UNRWA che è presente a Gaza, parlano di 544.000 persone che sono sfollate in 147 scuole dell’UNRWA, altre 70.000 persone invece sono sfollate in 67 scuole e governative e più di 110.000 persone si trovano distribuite presso centri religiosi chiese, sempre che non vengano bombardate come quella a Gaza City, e rifugiati presso gli ospedali negli spazi messi a disposizione esternamente. Tutta questa popolazione sta vivendo in situazioni di estremo disagio: senza servizi igienici, senza la possibilità di poter usufruire di acqua, perché qui l’acqua ormai è frazionata e viene portata nei campi solo con le taniche… quando arriva. L’UNRWA distribuisce un cestino alimentare quotidiano che è composto da una scatoletta di carne un pane. Questo è quanto è l’UNRWA è in grado oggi di garantire agli sfollati, ovviamente le famiglie, quelle che possono acquistano ancora qualcosa nei pochi negozi rimasti aperti con molto disagio. Hanno organizzato nel campo degli angoli adibiti a cucina. La situazione negli ospedali è drammatica, non ci sono più scorte di farmaci ormai sono al limite per cui i malati cronici pazienti che erano negli ospedali sono praticamente senza cure mediche, mancano soprattutto tutti i materiali sanitari monouso che possono essere utili per curare i feriti che arrivano numerosi. L’UNRWA ha stimato che circa 1.400.000, cioè il 60% della popolazione della Striscia di Gaza è stata costretta ad abbandonare le proprie case, trovando riparo nelle scuole governative, nell’ UNRWA o negli spazi esterni agli ospedali, oppure si sono trasferiti presso familiari in altri governatorati, in particolare nella zona centrale e a sud della Striscia di Gaza.



In questi in questi due giorni ci sono stati pesanti bombardamenti in tutti i governatorati a nord della Striscia di Gaza, sono stati continuamente pesantemente bombardati. Questa notte hanno bombardato anche Raffa e Kan Yuonis; è stata una notte molto difficile, senza sonno, e quando si riusciva un attimo a dormire si veniva interrotti dai bombardamenti e dal suono delle sirene e delle ambulanze che andavano a soccorrere i feriti. Ieri mattina un F 16 ha colpito delle abitazioni vicino a una moschea a poche centinaia di metri da noi, causando quattro morti e dieci feriti. Il ministero della salute ha diramato il 21 di ottobre l’ultimo bollettino di aggiornamento della situazione, i morti sono 4385 di cui 1756 son bambini e 967 sono donne, 13.561 i feriti; il ministero della salute ha fatto presente che il 70% delle vittime sono donne anziani e bambini.
In questa situazione drammatica due giorni fa sono arrivati dei convogli di aiuti umanitari, sono entrati da Raffa. Questi beni che consistono in generi alimentari e medicinali, sono stati presi in carico dall’UNRWA per disposizione delle forze di occupazione israeliane. Questi beni, quindi medicinali e generi alimentari sono solo a disposizione dei governatorati e a sud della Striscia di Gaza e nella middle aerea e non c’è alcuna possibilità di far arrivare e questi beni a nord della Striscia di Gaza. È chiaro che Israele sta cercando di strangolare la popolazione a nord, probabilmente nel già dichiarato intento di un attacco via terra e quindi vuole ridurre allo stremo quei pochi palestinesi che sono rimasti ancora in Gaza City, mentre l’UNRWA ha diramato una disposizione che chiede alle scuole di accogliere le famiglie evacuate del nord della Striscia di Gaza, ora dovranno e abbandonare questi “rifugi”, che non sono dei veri e propri rifugi, questi luoghi di una qualche sicurezza e spostarsi verso la zona intermedia e la zona a sud della Striscia di Gaza.


Noi qui siamo chiusi in questo in questo parcheggio che è il campo dell’Unrwa dal quale non ci è possibile uscire, quindi non abbiamo neanche la possibilità di verificare sul territorio quello che sta succedendo negli ospedali e la distruzione che abbiamo intorno. È la volontà di Israele non vuole avere testimoni. Infatti Israele non ha ancora permesso a giornalisti, che mi risulta siano in attesa al border di Raffa di poter entrare, quantomeno poter documentare quello che sta avvenendo, la catastrofe umanitaria che si sta consumando nella Striscia di Gaza. Personalmente non posso che sentirmi ancora una volta a fianco di questo popolo che ha dato già dimostrazione in 75 anni di occupazione di non voler abbandonare la propria terra e sicuramente dopo questa pesante aggressione qualsiasi saranno i risultati finali di questi massacri il popolo palestinese resisterà nella sua terra.
[Gaza di lunedì 23 ottobre 2023]