Recenti ricerche genetiche hanno
dimostrato che la maggior incisività che ha avuto il virus SARS-CoV-2 sulle
popolazioni bergamasche, può essere ascritta alla presenza di un gene
neandertaliano negli individui che hanno accusato le maggiori sofferenze
(inclusi gli esiti infausti). Notoriamente i virus, così come altri fattori
ambientali avversi, rappresentano uno stimolo al processo evolutivo della specie;
in altre parole, la cosiddetta selezione naturale. Volendo dunque interpretare
in modo assolutamente asettico, per non dire brutale, quanto è accaduto nella
bergamasca, la presenza di “residui” neandertaliani ovvero di caratteristiche
evolutive precedenti il “Sapiens”, è stata oggetto di un processo evolutivo
della specie tramite il virus del Covid-19. Mi chiedo: quanti tra coloro che
affollano il pratone di Pontida lanciando invettive xenofobe e razziste a
destra e a manca si rendono conto dell’ironia della sorte? Romano Rinaldi