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sabato 4 novembre 2023

CAMPI ELISI
di Angelo Gaccione


Anita con gli occhiali
alla Galleria Scoglio di Quarto

Lutti nostri. La scomparsa di Anita Guarino Sanesi.


Anche Anita ci ha lasciati. Ieri mentre mi apprestavo ad uscire (dopo giorni in cui ero stato poco bene) per andare al Museo Martinitt e Stelline per tenere una conversazione su Milano, la notizia della morte di Anita mi è giunta attraverso questo doloroso messaggio WhatsApp inviatomi dal figlio e amico Federico Sanesi e di sua moglie Nuria: “Cari amici, con molto dispiacere vi annunciamo che la nostra amata Anita ci ha lasciato serenamente ieri sera (2 novembre 2023). Da oggi, ore 18 e fino a domenica mattina (9,30) potete passare in via Niccolò Machiavelli 10, per un ultimo saluto. Più avanti si terrà una celebrazione, vi faremo sapere dove e quando. Un grande abbraccio a tutti”. Ero già turbato perché un caro amico era finito al Pronto Soccorso per una accidentale caduta, ed il mio stato d’animo non era dei più sereni. Federico qualche giorno prima (domenica 29 ottobre a Crescenzago dov’era venuto a leggere la bella e densa poesia del padre, il poeta Roberto Sanesi, dedicata a Pinelli e presente nell’antologia poetica su Piazza Fontana), mi aveva rassicurato sulla salute di Anita, anche se negli ultimi tempi non era più la stessa. Sarebbe stata contenta di vedere quel libro con la voce del suo amato Roberto fra tante altre voci e su una tragedia così immensa com’è stata quella di Piazza Fontana e della tragica morte di Pinelli. Non ha smesso un momento finché ne ha avuto le forze, Anita, di occuparsi di Roberto Sanesi. Poche persone di mia conoscenza hanno con tanta puntigliosità, insistenza, rigore, dedicata tanta abnegazione ad un artista come ha fatto Anita col suo Roberto. Ha trascritto e fatto trascrivere quaderni, ha radunato materiali dispesi, ha sollecitato critici e studiosi, ha promossi incontri, spesso fino al limite della estenuazione. E senza mai arrendersi, anche se a volte non capiva certe distrazioni e certi ritardi. Alla sua caparbietà si deve se il magnifico Meridiano  mondadoriano ha potuto vedere la luce; a lei si deve se al poeta Sanesi è stato dedicato un giardino a Milano, e sempre a lei lo dobbiamo se le “carte” e la biblioteca del traduttore sono ora custodite presso il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei” dell’Università degli Studi di Pavia, che dal 2009 organizza incontri internazionali biennali sulla traduzione dedicati alla sua memoria. 



Le dobbiamo anche l’emozionante e tenero volume dal titolo Di me, di te, dell’albero in cui “oltre al ricordo del marito, Anita Sanesi rievoca poeti, scrittori, filosofi che si sono affacciati nella sua vita con Roberto: Dylan Thomas, Ugo Mulas, Vittorini, Dorfles, Pinter, Eliot, Quasimodo, Guanda, Paci - e pittori e scultori italiani e stranieri, da Cheri Richards a Sutherland, a Tilson, a Maurice Henry e molti altri amici e collaboratori di fondamentale importanza per lo sviluppo delle linee del pensiero, della poetica e dell’arte di Roberto Sanesi”. Cara Anita, ogni qual volta perdevamo un amico letterato e ne vergavo un ricordo su “Odissea”, quell’“Odissea” sulle cui pagine anche tu hai più volte scritto, che facevi conoscere agli amici nel tuo salotto e nel tuo giardino convocandoci in tanti preziosi incontri conviviali, mi ripetevi: “Dovrai scrivere tu il mio ricordo quando morirò”, ed io ti ripetevo che se ne doveva andare prima molta, molta erba cattiva. Erano anni intensi, vitali, problematici, ma anche deludenti nella nostra città per il degrado politico e morale al quale ci opponevamo, anche attraverso le pagine cartacee di “Odissea”. Quante cose potrei scrivere di te e quante telefonate… Sono contento di essere stato utile per gli ultimi lavori su Roberto, quello meticoloso del caro amico Giuseppe Langella e per la nota che ne ha fatto il mio giovane e caro amico e collaboratore Federico Migliorati. Tu ne eri felice e al telefono ti sentii con tutta la tua ritrovata vitalità e giovinezza. Lascia che ti ricordi così, con la voce entusiasta degli ultimi recenti giorni, sempre prepotentemente viva.