Il punto di vista Si
continua a parlare della guerra in Israele e a prospettare soluzioni
geo-politiche ipotizzabili per sottrarre quella parte del Medio Oriente a un
focolaio di conflitti permanenti (sono più di duemila anni!), senza
chiedere l’unico aiuto veramente valido alle persone giuste che possono aiutare
a risolvere “in radice” un problema che ha funestato, per secoli, anche il
resto dell’Occidente, condannandolo a cruente e lunghissime guerre di
religione. Queste persone sono, piaccia o dispiaccia, gli uomini di
vero e autentico pensiero libero, i filosofi (se ancora vi sono) purché simili
a quelli di un tempo lontano e purtroppo dimenticato (presocratico e
soprattutto preplatonico) che, nella parte di mondo da noi abitato, inducevano
i discepoli a seguire, come avviene, saggiamente, in grande parte del resto del
Pianeta, insegnamenti per la vita e a non porsi inutili, sterili e preoccupanti
pensieri per il momento della morte.Erano
individui che non contrastavano l’esigenza umana (troppo umana, direbbe
Nietzsche) del sentimento della trascendenza religiosa, pur essendo esso a
loro del tutto estraneo, ma chiedevano a sciamani e sacerdoti di dare utili
consigli per la concordia umana sulla Terra, la pace e non inviti ad ammazzare
gli infedeli perché nemici di Dio. Ogni parola di amore per il prossimo,
insegnavano, andava dissociata dalla necessità di fare piazza pulita di
chi pensava o credeva in modo diverso.In
altre parole, per evitare il tramonto dell’Occidente (per il Medio Oriente il
problema è ancora più arduo) non c’è più tempo da perdere: è giunta l’ora di
capire che ciò che determina la sua crisi è la mentalità che predomina in esso,
importata dal Medio Oriente: un modo di vedere e di sentire che tende a ignorare
il valore dell’esistenza terrena e a privilegiare il sentimento della morte, in
vista di fantasiosi benefici elargiti da un Dio che è immaginato come
amoroso e munifico ma anche terribilmente esigente di sacrifici umani in
contese acerrime relative alla “fede”, per così dire “all’ultimo
sangue”. Ora se è vero, come ha detto Albert Einstein che non
v’è modo di cambiare la realtà se non si convince la gente che ne
subisce gli effetti disastrosi sulla propria pelle a orientarsi in modo diverso
sui fatti della vita, non si può che dedurne che a salvare l’ Occidente (e più
difficilmente il Medio Oriente) dalla catastrofe non saranno di certo né i
finanzieri con i loro amici costruttori di armi, né le spie, né i
generali (con in seno il demone della guerra) né i volenterosi uomini
pii che continuano a ritenere esecrabile la guerra senza approfondire le cause
che la determinano. La necessità più impellente è proprio quella di
pensare senza i paraocchi della fede che è un atto di pura irrazionalità e tenersi
lontani oltre che dal Dio dei Mediorientali anche da quello del Denaro e dalle
guerre sante, anche se queste ultime danno immensi guadagni ai costruttori di
armi. Se v’è distruzione totale non saranno i quattrini a dar vita ai
morti.È questo un caso in cui il detto
latino velle est posse (volere è potere) non è sufficiente. Pe
poter volere volere è necessario “capire” ed è qui che l’asino rischia di
cascare!