Anche in Olanda l’insoddisfazione, la
voglia di cambiamento trovano sbocco a destra. A differenza degli anni ’20 e
’30 del Novecento, questa volta i manganelli non servono, la sinistra non c’è,
e l’estrema destra può perfino cavalcare, sebbene con limitata credibilità
– Meloni docet –, la tigre della pace con la Russia. Politico nota
in proposito che né dal Cremlino, né dal ministero degli Esteri russo sono
partiti telegrammi di congratulazioni a Wilders. La vittoria di
quest’ultimo è comunque un segno che la fine della NATO si avvicina. Un altro
segnale positivo è la sorprendente dichiarazione del nuovo ambasciatore
britannico a Mosca; essa si accompagna all’impegno della BBC per una maggiore
indipendenza. Chi resta invece nell’alveo dei pataccari è l’Economist,
di cui è azionista la banda Agnelli, che invita l’Europa a moltiplicare gli
aiuti ai corrotti che governano l'Ucraina, ovvero a immolarsi sull’altare
dell’idiozia. L’idiozia europea è emersa alla luce del sole almeno da 10 anni a
questa parte, quando è iniziata la sommossa a Kiev che ha portato nel febbraio
2014 al “regime change”. I superiodioti di Bruxelles, che allora si chiamavano
Barroso e Van Rompuy, con l’approvazione della furbacchiona Merkel, hanno
infatti dato pieno appoggio ai criminali neonazi che a Maidan hanno fatto
il lavoro sporco, ossia sparato sui manifestanti per aizzare l’opinione
pubblica internazionale contro il presidente Yanukovic. Questi fatti, scrive
Maria Zakharova, sono ora documentati con video e testimonianze negli atti di
un lungo processo che si è concluso il 18 ottobre a Kiev con la condanna
di 5 agenti del Berkut, il servizio segreto di allora – anche i giudici tengono
famiglia. Di idiozia europea parla infine Giorgio Gambino, sebbene egli usi
termini più eleganti. Questi moderati non capiscono però il problema: lo stallo
è una scelta della Russia, e non significa che la guerra sia finita. La Russia
ha un obiettivo molto chiaro: la sconfitta politica della NATO, quindi la
guerra continuerà, non sempre sotto tono, finché la NATO non rinuncerà
all’Ucraina, o questa non deciderà di prendere finalmente in mano il proprio
destino, cacciando l’élite, la cui regola è vivere a sbafo.