“Autunno” Forse l’antico consumare amplessi, vertigine di foglie ormai ingiallite, è breve sera di tramonti, un tocco della memoria che indossa ultime luci. L’aria
ha profumi già rincorsi al tempo dei
ritagli, da salvare per le attese che
il tuo calzare incideva nella sabbia, colorando
le polveri al messaggio di
melodie improvvise. Ormai
si brucia il gesto quotidiano in
un settembre per la solitudine che
avvinghia il mio torpore. * “Fili” Ho appreso il canto argentato della sera con la semplice follia delle mie nostalgie ricamate con fili d’argento alle pareti. Ora che il vento divenuto freddo ripetono un sussurro fianco a fianco nel torpore della malinconia, tra le porte che si affacciano sul nulla e gli armadi ormai vuoti. Fra la nuda verità che si attorciglia su se stessa e il profilo che esclude confini riprender fiato è come spaccare il cuore!