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venerdì 3 novembre 2023

MINIMA IMMORALIA
di Angelo Gaccione



Né uno né due


Noi ebrei abbiamo il dovere di mettere a disposizione del mondo la nostra triste esperienza plurimillenaria e, fedeli alle tradizioni dei nostri padri, diventare i soldati della lotta per la pace, insieme agli elementi più nobili di ogni ambito culturale e religioso. Se siamo incapaci di arrivare a un’onesta collaborazione e a patti onesti con gli arabi, significa che non abbiamo imparato nulla dai nostri duemila anni di sofferenze e ci meritiamo tutto quello che ci succederà. Preferirei un accordo ragionevole con gli arabi sulla base di una convivenza pacifica, che non la creazione di uno Stato ebraico.  
Per come concepisco l’essenza del giudaismo rifuggo dall’idea di uno Stato ebraico completo di frontiere, di esercito e di un qualche potere temporale. Il ritorno a una nazione nel senso politico della parola significherebbe allontanarsi dalla spiritualità che il genio dei nostri profeti ha infuso nel nostro popolo. Spero che poco alla volta verranno stabilite delle relazioni con il popolo arabo basate su una fruttuosa collaborazione sul rispetto e sulla fiducia reciproci. Questo infatti è l’unico mezzo attraverso il quale i due popoli possono raggiungere la vera indipendenza dal mondo esterno. L’atteggiamento che il popolo ebraico terrà verso il popolo arabo darà la vera misura dei suoi criteri morali.”
 
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Il brano che avete appena letto è di Albert Einstein. Ve lo propongo perché dopo il mio scritto di mercoledì 1° novembre su “Odissea” sotto il titolo “Crimini di guerra” più di uno si è stupito del fatto che io abbia espresso aperta contrarietà alla creazione di “due stati per due popoli” riguardo alla questione israelo-palestinese. Non conoscevo questo brano di Einstein, mi è stato mandato dalla poetessa e designer Patrizia Gioia dopo aver letto il mio scritto. Come potete vedere, già lo stesso Einstein rifuggiva dall’idea della creazione di uno Stato ebraico munito di frontiere ed eserciti, prevedendo con saggezza, quella che i ciechi politici e diplomatici non hanno mai voluto vedere. Se considerate ingenuo e visionario Einstein, a maggior ragione lo sono io, ingenuo e visionario. Ma i danni non li ha prodotti l’ingenua visionarietà di Einstein, li ha prodotti la cecità realistica dei fanatici adoratori di Stati, eserciti, confini e apparati di morte. Tutta zavorra di cui ci si dovrà disfare, se vogliamo proteggere la convivenza, e dunque la vita.