BIPOLARISMO, PERSONALIZZAZIONE, RAPPRESENTANZA di
Franco Astengo
La
campagna elettorale per le Europee 2024 appare già avviata e incastonata dentro
uno schema ben preciso, alimentato dalla facile propaganda dei media
mainstream: personalizzazione (al femminile) di un bipolarismo che assuma anche
tratti di bipartitismo. Uno schema facile da interpretare perché permetterà di
omettere i temi più difficili, in particolare quelli legati al concreto della
dimensione europea, e di esaltare gli argomenti più facili da affrontare perché
collegati all'immagine di un regolamento di conti interno agli immaginari
schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra. Sarebbe bene che la parte
(da costruire) progressista-democratico-costituzionale (evito volutamente di
usare il termine centro-sinistra) non abboccasse all'amo della facile
propaganda soprattutto sotto l'aspetto della composizione delle candidature
(questo punto potrà valere per il PD ma non solo). Le
ragioni che sostengono questa esortazione possono essere così riassunte: 1)
La reale rappresentatività di questo bipolarismo/bipartitismo
personalizzato.È questo il nodo
scorsoio in cui è avviluppato il sistema politico italiano. Esaminiamo alcuni
dati: elezioni 2022, la somma di Fdi e PD mette assieme 12.653. 690 (Italia
esclusa Val d'Aosta) su 46.021.956 iscritti nelle liste per una percentuale del
27,49%, rimarrebbero quindi esclusi dal bipolarismo/bipartitismo il 72.51
dell'elettorato complessivo. Non va meglio se esaminiamo i dati delle più
recenti elezioni regionali: Lombardia (al voto 12/2/2023) somma FdI - PD
1.982.950 su 8.010.538 percentuale 24,75%; Lazio somma FdI - PD 834.389 su
4.791.612 percentuale 17,41%. Passiamo alle elezioni Europee 2019 quando il
confronto deve essere svolto sulla somma Lega - PD pari a 15.265.061 su
50.974.994 pari a 29,9%. Da notare come tra Europee 2019 e Politiche 2022 la
somma dei voti dei due primi partiti lasci per strada 2.611.371 suffragi.
Insomma: appare ormai acclarato che la somma dei due primi partiti non
raggiunga più che poco meno del terzo del totale degli aventi diritto, una
quota che può essere giudicata come assolutamente insufficiente per consegnare
la forza necessaria a un bipolarismo che si vuole bipartitismo personalizzato.
Tra l'altro è bene far notare che è proprio questa insufficienza strutturale la
ragione per la quale sorgono le evidenti instabilità delle coalizioni
all'interno delle quali emergono continue spinte a contese su leadership
fondate semplicisticamente su presunti primati elettorali che si rivelano di
volta in volta del tutto effimeri; 2)
Premesso che il tema della formula elettorale appare del tutto fondamentale
considerati evidenti profili di incostituzionalità di quella in uso attualmente
per le elezioni politiche e ricordato che, di converso, le elezioni europee si
svolgeranno secondo una formula proporzionale con sbarramento al 4% è
necessario ribadire che l'orientamento prioritario di una possibile
articolazione di uno schieramento progressista-democratico-costituzionale (tema
quest'ultimo assolutamente non banale) deve rifuggire dalla competizione testa
a testa per muoversi in direzione di un recupero del vastissimo territorio
ormai presidiato stabilmente dal "non voto"; 3)
Nel senso indicato dal punto 2 dovrebbe essere necessaria la presentazione al
voto di un'articolazione di presenze collegate tra loro da un punto comune,
proprio quello costituzionale, e ciascheduna in grado di occupare propri spazi
politici e sociali , nel tentativo di comporre poi un'alleanza sul piano
istituzionale a livello europeo (laddove gli equilibri parlamentari
risulteranno molto più pregnanti rispetto al passato) intesa anche come fattore
propedeutico per la formazione di una coalizione competitiva sul piano
nazionale.