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lunedì 18 dicembre 2023

GIANI E GUAI ALTA VELOCITÀ
di Ass. Idra
Eugenio Giani

18 dicembre, Palazzo Vecchio, ingresso di via dei Gondi, ore 14.30
 
A Firenze schizzano fuori per strada da sottoterra a metà pomeriggio di martedì 12 dicembre, su un passaggio viario strategico, il Ponte al Pino, piccoli geyser di fango che rendono impraticabili le carreggiate. La nuova ‘talpa’ della TAV blocca per ore e ore il traffico e la città - già stressata dai cantieri della tramvia - si ingorga. “È fisiologico, dichiara il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, gran patrono del doppio sottoattraversamento della città Unesco. Ma a che titolo lo afferma? Con quale diritto? Fisiologia del cantiere o patologia del potere? Dopo lo sgradevole problema oggettivo registrato sul Ponte al Pino, il sindaco di Firenze Dario Nardella dichiara: Noi non possiamo tollerare ulteriori problemi di questo carattere. Ma anche: C’è un programma con il quale verranno informate dettagliatamente tutte le persone interessate, senza motivo di allarme o di eccessiva preoccupazione.
Verranno, appunto: modo indicativo. tempo futuro. Ma i cantieri sono già partiti da un pezzo. E finora si è visto un solo incontro, il 23 novembre. I residenti di via delle Ghiacciaie e via Cittadella, unici invitati, non hanno fatto mancare vibrate proteste per i disagi subiti! Fortuna (dell’Amministrazione) che la custode dell’Infopoint abbia chiuso le porte e mandato tutti a casa dopo i pochi minuti lasciati al dibattito. E il resto della città, poi, non sono persone interessate? Studenti, lavoratori, abitanti, visitatori, non hanno forse diritto a sapere cosa succederà alla loro vita quotidiana nei prossini cinque anni minimi programmati per i lavori fra Campo di Marte e Castello? Non hanno diritto a sapere se e quanto sarà sicura la città che abitano o frequentano? Cosa hanno fatto per metterne al corrente la popolazione la giunta Nardella e l’Osservatorio ambientale, presieduto dal direttore generale del Comune? Lo sa, il sindaco, che questo progetto è privo persino di un piano di emergenza? Sì, il sindaco lo sa, perché i cittadini gli hanno trasmesso da mesi la segnalazione, su carta intestata e protocollata, del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, tenuti all’oscuro di tutto. Lo sa, il sindaco, che la prima galleria costruita per l’Alta Velocità a Castello (il cosiddetto ‘Scavalco’) è già un colabrodo, perché perde acqua da tutte le parti? E che è priva del collaudo tecnico-amministrativo?


Nardella, Renzi, Salvini
Giani, Luzzato, Ferraris

Sì, il sindaco lo sa, perché i cittadini gli hanno trasmesso da mesi le foto e la documentazione di quell’edificante degrado. Lo sa, il sindaco, che l’ultimo incontro pubblico organizzato dalla giunta comunale di Firenze per informare la popolazione sul progetto Alta Velocità risale al 15 dicembre 1998, nella Palazzina presidenziale di Santa Maria Novella, col sindaco Mario Primicerio e gli assessori all’Urbanistica Enrico Bougleux, ai Lavori pubblici Giovanni Bellini e all’Ambiente Sergio Paderi? Lo sa che l’unico altro incontro pubblico informativo organizzato dal Comune era stato il 14 dicembre 1998, all’SMS di Rifredi, con gli assessori al Traffico Amos Cecchi, all’Urbanistica Enrico Bougleux e all’Ambiente Sergio Paderi? Da allora sono passati 25 anni di acque d’Arno, Mugnone e Terzolle sotto i ponti della città alluvionata nel 1966 e nel 1992; una stazione-squalo su viale Belfiore bocciata e sostituita da una stazione sotterranea progettata accanto al torrente Mugnone (tracimato nel 1992), e approvata senza nessuna presentazione alla città e senza nessuna Valutazione di Impatto Ambientale; una gigantesca inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia con sequestro dei cantieri, della talpa ‘Mona Lisa’ e dei conci da costruzione per le gallerie; due grandi imprese costruttrici fallite una dopo l’altra (Coopsette e Condotte); una lunga e laboriosa rivisitazione-aggiornamento di tutto il progetto di sotto-attraversamento, completata nel 2022, ma mai raccontata ai cittadini. Questa dunque la qualità democratica della capitale della culturaSi può parlare di trasparenza? legalità? cura della comunità? O piuttosto di informazione monca e addomesticata, con la graziosa collaborazione dei media che tacciono?