IL SALUTO ROMANO
di
Vittorio Melandri
Opera di Max Hamlet Sauvage
Che non è romano ma fascista
Suggerito dalla sentenza della
Cassazione che avrebbe sciolto il dilemma, il saluto romano è reato o no? Le
sottili argomentazioni, le dotte dispute, le sentenze annunciate e le motivazioni
attese, mi portano a formulare da cittadino semplice (o sempliciotto) una
domanda: può la legge parlare solo a giudici e giuristi? Fra le centinaia di
persone sull’attenti ad Acca Larentia, fra le migliaia e migliaia di nostalgici
per distorta cultura, fra i milioni di cittadini indifferenti, in quanti sono
in attesa delle motivazioni della Corte Suprema? Il Fascismo del 1919, quello
del 1938 e del 1943, è stato sconfitto il 25 aprile 1945, ma i semi che ha
piantato per un ventennio non sono mai stati eradicati, e germogliano ancora.
Ho vissuto sin qui tutta la mia vita, pure quella prenatale (sono nato il 4
settembre 1948) protetto dalla Costituzione, ne ho ancora per poco, potrei
dirmi fortunato e contento, ugualmente mi angoscia il fascismo che a 75 anni di
distanza ancora scorre nelle vene della nostra comunità nazionale. E mi
angosciano le dispute su quanto sia post o neo, e non ci si voglia accorgere
che un fascista è Presidente del Senato, e che la sinistra nella quale ancora
in modo ostinato e perduto mi riconosco, non abbia il coraggio di dirsi
colpevole per mancato impegno antifascista vero, e per questo sconfitta. Forse
fra qualche secolo lo si riconoscerà nei libri di storia, al momento basta
guardare in faccia un Foti o un La Russa, per convincersi che la voglia di
rivalsa stanno per soddisfarla appieno.
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