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giovedì 18 gennaio 2024

INTERVISTA A GACCIONE
di Massimiliano Farrell*


Angelo Gaccione


In occasione della pubblicazione dell’antologia poetica Piazza Fontana. La strage e Pinelli. La poesia non dimentica, da lui curata per Interlinea.
 
Farrell: Com’è nata l’idea di realizzare un’antologia di poesie dedicate alla strage di Piazza Fontana?
 
Gaccione: Di Piazza Fontana e Pinelli si sono occupate quasi tutte le forme espressive: il teatro, il cinema, la musica, la narrativa, la saggistica, il giornalismo, l’arte figurativa, persino il fumetto, ma la voce dei poeti era rimasta assente o nascosta. Allora mi sono detto che era necessario che la voce dei poeti, dispersa e silente, fosse raccolta in un libro pieno di versi per colmare questo vuoto.
 
F: Lei all’epoca faceva militanza politica? Qual era il clima che si respirava? Come ha vissuto le ripercussioni che hanno avuto la strage di Piazza Fontana e l’assassinio di Pinelli nell’immaginario collettivo?
 
G: A quell’epoca ero molto giovane ed ero uno studente liceale. Abitavo in Calabria e Milano era la città dove vivevano e lavoravano i miei fratelli, una città lontana. Vi approdai per la prima volta nel 1969, subito dopo la chiusura delle scuole, e vi rimasi un paio di mesi, credo fino a fine luglio. La strage avverrà cinque mesi più tardi. Sarò passato diverse volte da piazza Fontana, ma allora la banca non era se non un banale edificio a due passi dal Duomo che credo di non avere nemmeno notato. Come tanti della mia generazione ero attento a quello che avveniva, leggevo la stampa di opposizione e tenevo d’occhio i fermenti libertari che avevano prodotto i movimenti del 1968. Anni di esaltazione collettiva, clima di intensa vivacità culturale. La notizia della strage arrivò in Calabria con tutto il suo orrore e negli ambienti in cui vivevo e agivo io si ebbe subito il presagio di qualcosa di losco, di innominabile. Capimmo poi che si tentava un colpo di stato per assassinare la giovane democrazia italiana. L’arresto di Valpreda e la morte di Pinelli agirono su di me molto in profondità e non fui più lo stesso. Credo che questo sia avvenuto nelle coscienze di tanti giovani della mia età, e non solo.



 
F: Quanto tempo ha impiegato per raccogliere il materiale per l’antologia?
 
G: Ci sono voluti tempo e pazienza perché la ricerca e i giusti contatti non erano cosa facile. Credo di avere impiegato all’incirca un anno e mezzo e sono convinto che molto altro materiale si potrà reperire con una ricerca ulteriore. Ma intanto ora il libro c’è e altri ricercatori potranno, se lo vorranno, proseguire il cammino. 
 
F: Quanti sono in totale gli autori presenti nell’antologia?
 
G: In totale i poeti presenti sono quarantadue, viventi e scomparsi, italiani e stranieri, con materiali apparsi in libri e organi di stampa fra i più diversi, ma con molti testi completamente inediti. Fra i nomi più celebri voglio ricordare Pasolini, Sanesi, Raboni, Julian Beck, Consonni, Oldani, Langella e così via. L’introduzione è stata scritta dal giudice Guido Salvini, mentre il volume è arricchito dalle testimonianze del presidente del Comitato dei familiari delle vittime di piazza Fontana, l’avvocato Federico Sinicato e del presidente provinciale dell’Anpi Roberto Cenati. Una nota è stata scritta da una delle figlie di Giuseppe Pinelli, Silvia. Preziosa la tavola in copertina realizzata dal premio Nobel Dario Fo.
 
*Presidente Anpi Mortara