Il
“diversivo” della guerra scatenata da Netanyahu in nome della distruzione di
Hamas, sta conducendo l’Europa (e il resto del mondo) sull’orlo di un nuovo
abisso fornendo alle mire del neo-imperialismo russo l’opportunità di sferrare
un attacco espansionista a tutto campo, non appena si dovesse verificare un
cedimento occidentale sul fronte ucraino. Questa affermazione estremamente
sintetica, relativa agli eventi connessi con le guerre in atto, necessita di
qualche spiegazione. Prima di tutto, come già ampiamente osservato ed esecrato
persino dal presidente USA Joe Biden, la cosiddetta guerra al terrorismo è
foriera dì sicuro fallimento, come ampiamente dimostrato in Iraq e Afghanistan.
Quindi la pretesa dì distruggere Hamas, in risposta al criminale assalto a
Israele del 7 ottobre 2023, rischia di apparire come un espediente politico da
parte del premier israeliano per conservare il potere compattando il suo Paese
contro un nemico comune. Un’operazione che chiunque può definire come meglio
crede ma non certo onorevole considerato il costo in termini di vite umane da
ambo le parti. È altrettanto chiaro che il conflitto in terra di Palestina e
Israele sta occupando gran parte delle risorse di attenzione e impegno politico
in Europa e nel mondo in quanto il conflitto riguarda non solo una disputa
territoriale ma coinvolge ambiti “sentimentali” che sconfinano nell'anacronismo
della guerra dì religione e nelle accuse reciproche di genocidio persino in
ambito ONU. Ecco dunque il diversivo che può fornire al despota russo l’opportunità
per ampliare il conflitto e portare, nella sua mente, ad una resa dell’intera Europa
alle sue mire espansionistiche nei confronti delle imbelli e inconsistenti
democrazie liberali che, secondo la sua dottrina, hanno fatto il loro tempo.
Putin
È
dunque giunto il momento per essere tutti assoggettati dal capitalismo di
rapina delle oligarchie post sovietiche con l’aiuto della chiesa ortodossa
russa? Ecco che, la possibile elezione nel novembre di quest’anno di un
presidente americano nella persona di colui che non ha esitato a sferrare un
attacco senza precedenti alle istituzioni della più antica democrazia, per
eludere il risultato delle libere elezioni nel suo Paese, ed ha apertamente
dimostrato simpatie verso i despoti di Russia e Corea del Nord, assume un
significato ben più importante di quello che normalmente noi europei abbiamo
attribuito all’elezione di quel presidente in tutto il passato, recente e
remoto. Il 2024 sarà dunque una “congiunzione astrale” talmente piena di
possibili evoluzioni da far tremare le vene ai polsi di chiunque abbia capito
come potrà evolvere la situazione a seconda degli eventi bellici ed elettorali
che si stanno profilando sotto i nostri occhi distratti. Meditiamo gente.