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giovedì 18 gennaio 2024

MEDITAZIONI AD ALTA VOCE  
di Romano Rinaldi

Netanyahu
 
I
l “diversivo” della guerra scatenata da Netanyahu in nome della distruzione di Hamas, sta conducendo l’Europa (e il resto del mondo) sull’orlo di un nuovo abisso fornendo alle mire del neo-imperialismo russo l’opportunità di sferrare un attacco espansionista a tutto campo, non appena si dovesse verificare un cedimento occidentale sul fronte ucraino. Questa affermazione estremamente sintetica, relativa agli eventi connessi con le guerre in atto, necessita di qualche spiegazione. Prima di tutto, come già ampiamente osservato ed esecrato persino dal presidente USA Joe Biden, la cosiddetta guerra al terrorismo è foriera dì sicuro fallimento, come ampiamente dimostrato in Iraq e Afghanistan. Quindi la pretesa dì distruggere Hamas, in risposta al criminale assalto a Israele del 7 ottobre 2023, rischia di apparire come un espediente politico da parte del premier israeliano per conservare il potere compattando il suo Paese contro un nemico comune. Un’operazione che chiunque può definire come meglio crede ma non certo onorevole considerato il costo in termini di vite umane da ambo le parti. È altrettanto chiaro che il conflitto in terra di Palestina e Israele sta occupando gran parte delle risorse di attenzione e impegno politico in Europa e nel mondo in quanto il conflitto riguarda non solo una disputa territoriale ma coinvolge ambiti “sentimentali” che sconfinano nell'anacronismo della guerra dì religione e nelle accuse reciproche di genocidio persino in ambito ONU. Ecco dunque il diversivo che può fornire al despota russo l’opportunità per ampliare il conflitto e portare, nella sua mente, ad una resa dell’intera Europa alle sue mire espansionistiche nei confronti delle imbelli e inconsistenti democrazie liberali che, secondo la sua dottrina, hanno fatto il loro tempo. 


Putin

È dunque giunto il momento per essere tutti assoggettati dal capitalismo di rapina delle oligarchie post sovietiche con l’aiuto della chiesa ortodossa russa? Ecco che, la possibile elezione nel novembre di quest’anno di un presidente americano nella persona di colui che non ha esitato a sferrare un attacco senza precedenti alle istituzioni della più antica democrazia, per eludere il risultato delle libere elezioni nel suo Paese, ed ha apertamente dimostrato simpatie verso i despoti di Russia e Corea del Nord, assume un significato ben più importante di quello che normalmente noi europei abbiamo attribuito all’elezione di quel presidente in tutto il passato, recente e remoto. Il 2024 sarà dunque una “congiunzione astrale” talmente piena di possibili evoluzioni da far tremare le vene ai polsi di chiunque abbia capito come potrà evolvere la situazione a seconda degli eventi bellici ed elettorali che si stanno profilando sotto i nostri occhi distratti. Meditiamo gente.