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giovedì 1 febbraio 2024

A PROPOSITO DELLO SCRITTO DI VITALE



Caro Angelo,
 
ho letto con attenzione lo scritto del prof. Marco Vitale “Rimembranze” (“Odissea” mercoledì 31 gennaio 2024) e, al di là del complimento per il mio scritto che a me, peraltro, non sembra meriti tanto, ho apprezzato moltissimo la profondità, i collegamenti culturali e i riferimenti storici che hanno reso possibile la pacificazione tra popoli, popoli fatti di persone (il cappello dell’alpino sul fucile come esempio) oltre che di apparati istituzionali, esposti dal tuo amico. 
Sulla chiusa del suo scritto vorrei invece dire che quella della religione è solo una questione strumentale maledettamente montata. Per esempio le scuole cristiane in Palestina, Gaza compresa, accolgono circa il 90% di studenti musulmani che siedono fianco a fianco con i cristiani e che - purtroppo - subiscono la stessa sorte sotto i bombardamenti o le esecuzioni da parte dei cecchini o dei soldati.
Aggiungo pure che il padre del sionismo ottocentesco era ateo e, inoltre, che gli ebrei cacciati dall’occidente nel XV e XVI secolo trovarono accoglienza in Medioriente dove hanno tranquillamente convissuto con genti di altre religioni, prevalentemente musulmane, fino agli inizi del XX secolo.
Insomma non si tratta di un conflitto religioso, ma la religione è solo una strumentalizzazione atta a non consentire la pace.
Ti ringrazio di avermi girato uno scritto che ho trovato profondo e interessante e che rileggerò con piacere.
Un abbraccio 
Patrizia Cecconi

 
Per un federalismo disarmato

Ho letto anch’io con molta attenzione il prezioso scritto dell’amico Marco Vitale, e come tantissimi lettori l’ho trovato di grande interesse. Il federalismo da lui suggerito per la convivenza dei due popoli è la via migliore. Da parte mia aggiungerei, e questo lo sto ribadendo da sempre e continuerò a ribadirlo anche a costo di rimanere l’unica voce, un federalismo disarmato. Cioè né gli israeliani né i palestinesi devono possedere un esercito e un armamento. Dovrebbero scrivere nelle rispettive Costituzioni, a seguito di un serio accordo sotto l’egida delle Nazioni Unite, di impegnarsi a risolvere qualunque tipo di controversia futura, per via pacifica e mediante negoziati. Solo così sarebbe concretamente garantita la reciproca sicurezza, e si darebbe al mondo un esempio luminoso di tolleranza e di pace duratura.
Angelo Gaccione