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sabato 17 febbraio 2024

CONSIDERAZIONI DI UN NON FISICO
di Luca Marchesini
 

Una realtà fatta, piuttosto che di cose, di relazioni (anche senza scomodare la meccanica quantistica, basta che io mi tolga gli occhiali, o me li metta, per avere davanti a me due mondi differenti – qualcuno dirà di certo che uno solo è quello giusto, ma lasciamo andare). Ma relazioni fra che: fra entità nulle (virtuali), che solo entrando in relazione fra loro (nulla con nulla) diventano qualcosa?
Consideriamo anche questo aspetto del problema. Una relazione è a sua volta una cosa, e come tale, in base all’assunto precedente, acquista esistenza solo interagendo con altre cose, ovvero con altre relazioni. E dunque su cosa poggia, in fin dei conti, un tale sistema di specchi ognuno dei quali non fa che riflettere gli altri (e in tal modo, ancora una volta, non riflette nulla, è nulla)?
Una situazione all’apparenza senza vie d’uscita (logiche). A meno di non prendere le mosse dall’ultima relazione possibile: quella fra la penultima relazione e me. Allora, risalendo all’indietro da questa relazione ultima (la mia percezione del mondo, il mondo) lungo tutta la catena, ecco da tale relazione, e solo da essa, trarre il proprio essere le precedenti, fino alle particelle virtuali che, nella loro virtualità, sembrerebbero aver innescato l’intera sequenza. Sembrerebbero: perché, in una tale prospettiva rovesciata, si può dire che il tutto parta viceversa dalle mie rappresentazioni, unica realtà effettuale, per giustificare la quale in termini concettualmente coerenti si rende necessario ricorrere ad astrazioni quali le particelle, invisibili non come lo sono le cose piccole ma come lo sono i concetti limite.
Tutto ciò non mette forse capo, quale unica soluzione possibile (non contraddittoria), al solipsismo? (Eppure sto buttando giù queste righe nella prospettiva che qualcun altro le legga. Di un solipsista coerente, sempre che possa esistere, nessuno saprebbe che è un solipsista).