Colonnello non voglio l’acqua voglio il fuoco distruggitore... Negli
anni dello sterminio degli ebrei a opera di Hitler; i campi di concentramento
(i famigerati lager) erano sovraffollati e le camere a gas e i forni
crematori lavoravano a pieno regime. Le notizie giungevano in Italia ma i
giovani erano convinti “balilla” o “avanguardisti”, anche se ve ne fossero
stati alcuni che nel ricordo dell’antica pietas romana
(studiata a scuola) provavano un sentimento di compassione e di rispetto per
quegli esseri umani bestialmente massacrati, essi avrebbero avvertito la
vergogna o quanto meno il disagio per essere alleati dei tedeschi ma sapevano
pure che era legalmente impossibile chiedere autorizzazioni per manifestare
pubblicamente la loro solidarietà per le vittime dell’Olocausto; non
rischiavano di essere manganellati dalla polizia fascista e di
prendere botte in testa o sul corpo ma probabilmente qualcosa di ben più grave. Oggi,
dopo molti decenni, lo scenario è parzialmente cambiato. In Italia i fascisti
sono tornati al governo ma gli esseri umani da sterminare sono diventati i
palestinesi. L’intento di fare questo nuovo tipo di “pulizia etnica” è nato
nella mente di Benjamin Netanyahu, è stato a lungo accarezzato e coltivato nei
decenni dai governi sionisti, ma è esploso inarrestabilmente dopo un attacco
terroristico di ribelli palestinesi. Anche se, a quanto dicono i
suoi avversari interni, l’attuale Presidente dello Stato d’Israele non ha
mai amato la convivenza di popoli diversi nel suo Paese, egli ha atteso il
momento più propizio per agire. Non ha creato campi di concentramento né camere
a gas e/o forni crematori, ma si è avvalso di armi micidiali di distruzione di
massa di avanzata tecnologia. Il numero dei morti non è prevedibile. Più
rapidamente che negli anni Quaranta le notizie dello sterminio
sono giunte, in Italia.
Qui non c’è più Mussolini ma una sua erede in
pantaloni XXL, detta per i suoi propositi guerreschi a trecentosessanta
gradi la “pulzella della Garbatella”. I Ministri del suo governo non sono
tutti neofascisti ma sono (solo qualcuno escluso: vero “pesce fuor
d’acqua”) del tutto privi di personalità e di autorità. I giovani che
avvertono la pietas di romana memoria hanno chiesto di essere
autorizzati a portare in piazza la loro protesta per quello che ritengono un
nuovo genocidio. Le autorizzazioni (secondo molti notisti sui social:
del tutto ovviamente) non sono state concesse dai Ministri della “Presidente
con l’ascia di guerra”. Fiduciosi
di vivere in una democrazia, i giovani sono scesi in piazza e sono stati
sonoramente e selvaggiamente “manganellati” dalle cosiddette “forze
dell’Ordine”. Ha protestato il Capo dello Stato, dolendosi e dichiarando
che le botte da orbi dei poliziotti rappresentano un fallimento del Governo.
Una scrollata di spalle dei governanti ha chiuso il caso. Le
ossa rotte, però, sono restate tali. Sotto il profilo delle “legnate”,
quindi, la condizione dei ragazzi ribelli, con i neofascisti al governo
del Paese non è diventata propriamente invidiabile. Qualche voce in
disaccordo fa notare che loro che pur con i bozzoli in testa essi, anche e
forse soprattutto per bontà dei colonizzatori americani, non rischiano,
almeno al momento, di raggiungere il fronte in Ucraina per “credere, obbedire e
combattere”. Probabilmente a essere molto deluso è rimasto il Ministro
della Difesa (a quando il ripristino della dizione “Ministro della Guerra”?),
Guido Crosetto, cui è stato permesso di inviare a sostegno di Zelenski solo
costosissime armi ma non ancora giovani vite come quelle che cantando (Colonnello
non voglio il pane, l’acquaencomi, etc.) morivano a Giarabub.