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lunedì 26 febbraio 2024

NAVALNY E LA LIBERTÀ DI DISSENSO
di Romano Rinaldi


 
L'articolo di Maurizio Vezzosi del 24 Febbraio 2024, su “Odissea” (https://libertariam.blogspot.com/2024/02/il-caso-navalny-di-maurizio-vezzosi.html?m=1) non mi convince per quanto riguarda il "cui prodest".
Se fosse vero che l'assassinio di Navalny non sia imputabile alla volontà o almeno al desiderio di Putin, come potrebbe egli tollerare che qualcun altro gli "rubi la scena" inscenando (appunto) un assassino che politicamente e moralmente ricade, oltre ogni ragionevole dubbio, sulla sua persona? Chi mai potrebbe esserci, dietro il trattamento, al di fuori delle vigenti leggi russe, riservato alla madre di Navalny che reclama il corpo di suo figlio per dargli una dignitosa sepoltura (e magari un’autopsia indipendente), se non il potere assoluto del capo supremo che non può tollerare alcuna opposizione al suo regime? Un argomento, sul potere assoluto e le sue regole, ben delineato nell’articolo in pari data di Angelo Gaccione (https://libertariam.blogspot.com/2024/02/sul-caso-navalnyj-di-angelo-gaccione-s.html?m=1).
Perché invece non vedere questo episodio semplicemente "at face value", come si dice nel pragmatico mondo anglosassone? Ovvero come la semplice e pavloviana reazione del despota di fronte all’anelito di giudizio indipendente, qualunque sia la sua natura, da parte di un oppositore politico? Le elucubrazioni o argomentazioni, che dir si voglia, sulla intelligenza da giocatore di scacchi del leader del Cremlino, si scontrano purtroppo con la cruda realtà, a partire dall'assassinio della Politkovskaya ma anche di tanti altri oppositori prima e dopo di lei, compresa l'eliminazione di Prigozhin che era annunciata e prevedibile quanto una eclissi di luna.
Al limite il caso Navalny potrebbe essere imputato a "eccesso di zelo". Tuttavia la responsabilità morale e politica ricade, anche in questo caso, sul capo. A meno che non vengano immediatamente intraprese azioni esemplari a carico degli zelanti sottoposti, cosa che non si è affatto vista ed è facile prevedere che non avverrà né in modo plateale, né in modalità “discreta”.
Questo aspetto mi porta ad un immediato confronto con situazioni analoghe (mutatis mutandis!) nel nostro attuale regime democratico. I recenti episodi di interventi esagerati da parte delle Forze dell'ordine a Pisa e Firenze che echeggiano, guarda caso, gli episodi del G7 di Genova e della famigerata Caserma Diaz, dovranno presto essere riportati entro le ineludibili regole della convivenza civile e democratica e del diritto di manifestare la propria opinione quando non si creino situazioni di assoluto pericolo per l’incolumità delle persone e della proprietà pubblica o privata. E non ci sfuggano gli episodi d'identificazione di coloro che deponevano fiori a ricordo di Navalny!
Siamo dunque vigili e attenti perché questo sarà la nostra cartina di tornasole.