NAVALNY E LA LIBERTÀ DI DISSENSO di
Romano Rinaldi
L'articolo
di Maurizio Vezzosi del 24 Febbraio 2024, su “Odissea”(https://libertariam.blogspot.com/2024/02/il-caso-navalny-di-maurizio-vezzosi.html?m=1)non mi
convince per quanto riguarda il "cui prodest". Se fosse vero che l'assassinio di
Navalny non sia imputabile alla volontà o almeno al desiderio di Putin, come
potrebbe egli tollerare che qualcun altro gli "rubi la scena"
inscenando (appunto) un assassino che politicamente e moralmente ricade, oltre
ogni ragionevole dubbio, sulla sua persona? Chi mai potrebbe esserci, dietro il
trattamento, al di fuori delle vigenti leggi russe, riservato alla madre di
Navalny che reclama il corpo di suo figlio per dargli una dignitosa sepoltura
(e magari un’autopsia indipendente), se non il potere assoluto del capo supremo
che non può tollerare alcuna opposizione al suo regime? Un argomento, sul
potere assoluto e le sue regole, ben delineato nell’articolo in pari data di
Angelo Gaccione (https://libertariam.blogspot.com/2024/02/sul-caso-navalnyj-di-angelo-gaccione-s.html?m=1). Perché invece non vedere questo
episodio semplicemente "at face value", come si dice nel pragmatico
mondo anglosassone? Ovvero come la semplice e pavloviana reazione del despota
di fronte all’anelito di giudizio indipendente, qualunque sia la sua natura, da
parte di un oppositore politico? Le elucubrazioni o argomentazioni, che dir si
voglia, sulla intelligenza da giocatore di scacchi del leader del Cremlino, si
scontrano purtroppo con la cruda realtà, a partire dall'assassinio della
Politkovskaya ma anche di tanti altri oppositori prima e dopo di lei, compresa
l'eliminazione di Prigozhin che era annunciata e prevedibile quanto una eclissi
di luna. Al limite il caso Navalny
potrebbe essere imputato a "eccesso di zelo". Tuttavia la
responsabilità morale e politica ricade, anche in questo caso, sul capo. A meno
che non vengano immediatamente intraprese azioni esemplari a carico degli
zelanti sottoposti, cosa che non si è affatto vista ed è facile prevedere che
non avverrà né in modo plateale, né in modalità “discreta”. Questo aspetto mi porta ad un
immediato confronto con situazioni analoghe (mutatis mutandis!) nel nostro
attuale regime democratico. I recenti episodi di interventi esagerati da parte delle
Forze dell'ordine a Pisa e Firenze che echeggiano, guarda caso, gli episodi del
G7 di Genova e della famigerata Caserma Diaz, dovranno presto essere riportati
entro le ineludibili regole della convivenza civile e democratica e del diritto
di manifestare la propria opinione quando non si creino situazioni di assoluto
pericolo per l’incolumità delle persone e della proprietà pubblica o privata. E
non ci sfuggano gli episodi d'identificazione di coloro che deponevano fiori a
ricordo di Navalny! Siamo dunque vigili e attenti
perché questo sarà la nostra cartina di tornasole.