PER ASSANGE
LIBERO
di Valentina Reina
Londra. 20 febbraio 2024. La Royal Court of Justice del Regno Unito, qui a
Londra, che ospita la Appeal Court, si trova sullo Strand, nella
City of Westminster, vicino al confine con la City (Temple Bar). È qui l’appuntamento per il cosiddetto Day X. Il giorno in cui laa
Corte dovrà decidere in udienza pubblica, se concedere al giornalista Julian
Assange di potersi appellare all’estradizione richiesta dagli Stati Uniti. Assange
langue da quasi cinque anni nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a
Londra, definita la Guantanamo britannica, con l’accusa pretestuosa di aver
infranto l’Espionage Act. In pratica di aver fatto al meglio il suo mestiere di
giornalista, aver pubblicato documenti sui crimini di guerra commessi dagli
Stati Uniti nel corso dei conflitti in Afghanistan e Iraq, informandone
l’opinione pubblica mondiale come dovrebbe fare una stampa libera in ogni Paese
libero. Per aver fatto coraggiosamente il suo dovere, rischia, se estradato
dalla democratica Inghilterra nella democratica America, 175 anni di carcere.
Viva la democrazia! Ci siamo ritrovati qui in tantissimi, attivisti a cui sta a
cuore la libertà di stampa giunti da tutta Europa. I Paesi di provenienza si
riconoscono dalle spille sui giubbotti, dai cartelli e dalle bandiere. Numerosi
i gruppi giunti dall’Italia. Intoniamo a lungo “Free free Julian Assange”
in un grido accorato e compatto. Le nostre voci riempiono lo Strand sempre più
forte. All’uscita dal Tribunale Stella Assange, moglie del coraggioso giornalista,
davanti a tutta questa folla e alla solidarietà internazionale si commuove. Ci
invita a far sentire forte la nostra voce, far capire alle autorità che
l’opinione pubblica c’è, che ogni voce deve contare. Domani si replicherà, dalle 8,30 alle
16,30. Saremo al fianco di Assange, non lo lasceremo solo.
LA MANIFESTAZIONE DI IERI A LONDRA