IL NO DELLE DONNE ALLA GUERRA
Silvia Vegetti Finzi
sulla nota di Alessandra Bocchetti.
Grazie
Alessandra di questa sublime testimonianza perché di una testimonianza si
tratta. Evoca una vita vissuta nella sorellanza tra donne che pensano insieme e
insieme combattono per un mondo migliore dove non via sia un sesso che domina
l’altro sino a renderlo insignificante e sacrificabile.
Tu mi hai insegnato tanto e, ora ci ritroviamo
nell’ultima, forse estrema battaglia. Condivido quanto scrivi ma, dal canto
mio, sottolineerei la catastrofe indotta dall’infiltrazione del
terrorismo. Mentre la guerra persegue la vittoria e il bottino, sia esso
territoriale o il controllo delle risorse energetiche, il terrorismo non ha
altro fine che l’annientamento del nemico, la sua scomparsa dalla terra e dalla
storia, anche a costo di perire insieme. Della guerra si può prevedere un
termine e tentare una mediazione, del terrorismo no. La guerra è simbolizzata
(confini, divise, inni, bandiere, medaglie ed eroi), il terrorismo è anonimo,
senza spazio, senza tempo. È un veleno micidiale che uccide lentamente e
inesorabilmente. Se non operiamo questa distinzione, i nostri giovani rischiano
di marciare a favore della loro disfatta.
Grazie ancora.
Silvia Vegetti Finzi