FINCHÉ C’È GUERRA C’È BARBARIE La
Parola ai lettori
La
guerra della Russia contro l’Ucraina si è già trasformata in una guerra civile
europea. Ora la guerra diretta contro la Russia appare inevitabile. Le guerre
hanno dinamiche interne non prevedibili. Prima guerra civile europea, i
tedeschi pensavano di arrivare a Parigi per Natale 1914 così pure i Francesi a
Berlino. Seconda guerra civile europea, per i tedeschi Blitzkrieg, sappiano
quanto durarono e quanti morti e distruzioni. Ora,
è impossibile raggiungere un accordo di pace che era possibile nei primi giorni
di marzo del 2o22, a pochi giorni dall’inizio dell’aggressione russa, ma la
Nato lo sabotò. Lo vedono tutti che ora non ci sono più proposte di accordi,
per il motivo semplicissimo, che ora sono impossibili. La Russia controlla ¼
dell’Ucraina e non vuole cederne neanche un pezzo. L’Ucraina non può fare
accordi cedendo 4 regioni alla Russia. A marzo 2022 erano morti alcune
centinaia di persone mentre ora tra i due fronti ne sono morti 500 mila e la
Russia occupava solo il Donbass, un Anschluss peraltro più o meno consensuale.
Le classi politiche al potere in Russia e in Ucraina si suiciderebbero e non lo
faranno. Meglio altre centinaia di migliaia di morti, meglio una ulteriore
distruzione, meglio rischiare l’atomica che farsi giustiziare dal proprio
popolo. Proprio come sta facendo Netanyahu. Il loro motto macabro è: Finché c’è
Guerra c’è speranza. La
politologia insegna che più si allunga la guerra più è difficile fare accordi
di pace, nel nostro caso gli accordi sono addirittura impossibili, anche a
prescindere dai tre figuri che sono al potere in Russia, in Ucraina e in
Israele. I
governi europei, sapendo questo, si stanno posizionando apparentemente in
ordine sparso ma tutti per una guerra di lunga durata. Macron segna la strada,
annuncia che occorre inviare truppe. L’Ucraina, oltre alla mancanza di armi, ha
bisogno anche di chi le deve usare, mancano anche i soldati. La Meloni, ben
informata da Biden, annuncia il sostegno all’Ucraina in guerra per altri dieci
anni, la Von Der Leyen segue a ruota, chiede di produrre armi in quantità
mostruosa e farlo velocemente, tra alcuni mesi, i governi europei, saranno
costretti ad inviare truppe. Il perché è presto detto: la Russia avanza, gli
accordi sono impossibili e allora, che la guerra continui a tutti i costi,
perché anche la classe politica europea rischia la ghigliottina. La guerra non
la possono vincere, ma neanche perderla, e accordi sono impossibili. Come
potrebbero giustificare le spese che tra aiuti diretti e perdite legate alla
inimicizia con la Russia ammontano, solo per l’Italia, a più di 200 miliardi?
Costi che hanno pagato e continuano a pagare le classi medio-basse, col rincaro
dell’energia, con l’inflazione, con i mutui alle stelle, con i salari da fame e
con la sanità a allo sfascio. La classe politica al potere si preoccupa solo
del proprio destino, si preoccupa solo di salvare la propria pelle. Ai
vaniloqui dell’Ucraina baluardo della democrazia europea non ha creduto mai
nessuno, e oggi interessa meno di niente. Guerra impopolare ma impossibile
fermarla. La
guerra ha le sue dinamiche, gli sviluppi non possono essere previsti e
programmati in anticipo a tavolino. Per questo, meglio accordi ingiusti che
guerre giuste. Ora,
pur non volendo si precipita nello scontro diretto con la Russia, questo è
risultato della ignavia europea, che non ha saputo dire agli USA: la guerra
ècontro i nostri interessi. Questa guerra civile sta già infettando
per la terza volta la civilissima Europa in poco più di un secolo. Dobbiamo
allora prevenire questa catastrofe che porterebbe la guerra nel cuore della
Europa dopo 80 anni di pace e di progresso, cacciando dal governo questi
politici cinici e bari. Dobbiamo riempire le piazze al grido: Noi decidiamo
il nostrodestino! Noi, 500 milioni di europei siamo ben più
importanti di chi deve governare 4 regioni Ucraine; più importanti di Putin,
Zelenskhy, Netanyahu e di tutta la classepolitica europea al potere,
messi assieme. Cordiali
Saluti. Francesco
Saverio Lanza