Meritorio
da parte dei redattori della rivista cosentina “Capoverso” edita dalle Edizioni
Alimena – Orizzonti Meridionali di dedicare il 46° numero al tema della pace. I
tempi sono quelli che sono e le guerre la fanno da padrone non solo alla
periferia dell’impero, ma nel cuore stesso dell’Europa. Un nutrito numero di
poeti e di letterati ha preso di petto la questione trattandola in versi e
attraverso articolate e plurime riflessioni. Se la guerra ha avuto ed ha il
predominio in quella che definiamo civiltà umana, tuttavia la pace ha avuto ed
ha i suoi cantori. E questo sin dall’antichità, in ogni luogo del mondo, come
dimostra nel suo breve excursus Franco Alimena che ne dà ragione in un corposo
saggio di ben dieci pagine dal titolo “Desiderio di pace”. Ma diversi fra gli
autori presenti, a cominciare da Pino Corbo, a Pietro Civitareale, ad Angela
Costanzo, ad Eugenio Maria Gallo, tanto per citarne alcuni, ci mostrano come
l’aspirazione ad un mondo senza guerre e senza conflitti, sia stata presente in
personalità di prima grandezza: da Tibullo passando per Dante fino a Quasimodo
e giù giù fino ai nostri anni. Le pratiche pacifiste e nonviolente hanno una
loro storia e un loro pensiero (non c’è bisogno di scomodare Gandhi), come lo
hanno le idee disarmiste (“Capoverso” non lo cita, ma lo scrittore Carlo
Cassola nei tardi anni Settanta del secolo scorso non solo ha dedicato a queste
idee, saggi, romanzi, conversazioni ed incontri pubblici, ma aveva creato uno
strumento concreto di aggregazione in quella che fu battezzata Lega per il
disarmo Unilaterale aggregando migliaia di coscienze antimilitariste). Chi
scrive ne sa qualcosa perché era parte attiva di quel movimento. L’avversione
verso tutto quanto ha a che fare con eserciti, spesa militare, armi di
sterminio, perverso concetto di difesa, ha avuto ed ha i suoi punti di
riferimento. Se c’è da rammaricarsi, è il modo appartato e spesso silente che
la maggior parte dei poeti sceglie di fronte ai pericoli di Stati e Governi
guerrafondai. Per fortuna quelli compresi in questo numero di “Capoverso” mostrano
molta più consapevolezza. Redazione:
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