Winston Churchill non era un “fanatico” della
democrazia, ma aveva buone ragioni per ritenere che l’Uomo non aveva, sino ai
suoi tempi, scoperto un sistema di governo migliore. È difficile
immaginare che cosa quell’illustre e sagace statista direbbe oggi della sua
valutazione parzialmente positiva. E ciò, dopo avere avuto la prova: a) che spioni e generali hanno più potere
delle Alte Autorità “liberamente elette”, dovendosi considerare “emblematico”
l’ordine dell’allora Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di
ritirare le truppe americane dall’Afghanistan disatteso e sostanzialmente
“ridicolizzato” dal contrario avviso del Pentagono, e b) che un civil servant,
stipendiato dalla amministrazione statale, nella veste di giudice (e
nell’esercizio del cosiddetto “uso politico della giustizia”) è in grado di
detronizzare un rappresentante del popolo eletto con enorme dispendio di
energie finanziarie pubbliche e di mandarlo a casa sotto il peso delle
ignominiose accuse del “me-too” per avere insidiato, sessualmente, molti
decenni prima una gentildonna, poi felicemente divenuta madre e nonna,
circondata dall’affetto dei nipoti, e, infine c) che un giornalista come Julian Assange
per avere svolto il suo compito di informare il pubblico, nell’intento di
dimostrare che la democrazia è, secondo una formula ricorrente, una vera e
propria “casa di vetro” rischiacentosettantacinque
anni di carcere negli Stati Uniti (dopo l’estradizione dal Regno Unito di Gran
Bretagna), con buona pace della libertà di stampa ritenuta la prima dei
cosiddetti “capisaldi” della democrazia! Mala tempora currunt sed (o et) peiora
parantur! Dice un detto, di probabile origine popolare.