Implora
Erasmo, nei secoli inascoltato dai reggitori delle nazioni: Suvvia,
si è versato anche troppo sangue cristiano, o basterebbe dire umano; anche
troppo è durata l’orgia delle reciproche stragi, troppe vittime si sono
immolate alle Furie dell’Orco, troppo a lungo si è dato spettacolo ai Turchi. Acta
est fabula. [La sceneggiata è finita]. Rinsavite finalmente, dopo una
sequela fin troppo lunga di sofferenze provocate dalle guerre.1
E
con identico afflato Aldo Capitini scrive in un’Europa nuovamente percorsa
dalla guerra: Tanto
dilagheranno violenza e materialismo, che ne verrà stanchezza e disgusto; e
dalle gocce di sangue che colano dai ceppi della decapitazione salirà l’ansia
appassionata di sottrarre l’anima ad ogni collaborazione con quell’errore, e di
instaurare subito, a cominciare dal proprio animo (che è il primo progresso) un
nuovo modo di sentire la vita: il sentimento che il mondo ci è estraneo se ci
si deve stare senza amore, senza un’apertura infinita dell'uno verso l’altro,
senza una unione di sopra a tante differenze e tanto soffrire. Questo è il
varco attuale della storia.2
Erasmo
proclama con forza: “La grande maggioranza dei popoli detesta la guerra e
invoca la pace”.3 Sono
molto pochi coloro la cui empia felicità dipende dalla pubblica infelicità. Se
sia o no giusto che la iniquità di pochi debba prevalere sulla volontà di tutti
i buoni, sta a voi giudicare. Vedete che finora a nulla sono serviti i
trattati, i matrimoni, la violenza, la vendetta. È arrivato il momento di
sperimentare nei conflitti [contra periculum] l’efficacia della nonviolenza
[placabilitas: ciò che placa la violenza] e della benevolenza. La guerra
semina guerra, la vendetta trascina con sé la vendetta. Al contrario l’amicizia
genera amicizia, il bene induce a ricambiare col bene, e inoltre si valuta
superiore [regalior: più regale, più nobile] chi più rinuncia al suo
diritto. (…) Il bene comune vinca sugli interessi privati, perché, perseguendo
la pubblica utilità, anche il singolo ne trarrà giovamento. Per altro sarà più
degno di venerazione e di onore quel sovrano che governi con le leggi piuttosto
che con le armi.4 La
pace è questione troppo gravosa e importante per lasciarla alla decisione di
prìncipi e pontefici. Bisogna che il popolo si riprenda il potere su questioni
di vitale interesse come la guerra e la pace.5 Non si dimentichi che “le leggi
riposano sul consenso dei governati”.6 Non sia più consentito ai governanti
decidere impunemente della vita e del futuro dei popoli. “Ascoltate le lagnanze
di coloro cui sono imposti pesi insopportabili”.7 Scrive Erasmo:
Mi
appello a voi indistintamente, a tutti quelli che si fregiano del nome di
cristiani: agite unanimi a questo scopo. Qui ed oramostrate quanto possa l’unità del popolo contro la tirannia dei potenti.
A ciò tutti insieme rivolgano il loro impegno, tutti i loro pensieri. Congiunga
in un’eterna concordia quanti la natura unisce insieme con vari legami, e
Cristo con altri ancora. Tutti agiscano in comunione di intenti per ciò che
riguarda in egual misura la felicità di tutti.8 “Qui
ed ora mostrate quanto possa l’unità del popolo contro la tirannia dei
potenti!”9 Nel
frattempo i prelati adempiano la loro missione, i sacerdoti siano veri
sacerdoti, i monaci si ricordino dei loro voti, i teologi siano maestri degni
di Cristo. Tutti si uniscano per contrastare la guerra, tutti inveiscano contro
di essa. La pace venga predicata da loro in pubblico e in privato, sia esaltata
e inculcata. Se non riescono a impedire lo scontro armato, almeno non lo
approvino, non vi prendano parte, per non trasformare col loro sostegno una
cosa così scellerata o almeno sospetta in un vanto. Ai caduti in guerra basti
dare sepoltura in un luogo non consacrato.10
Papa
Francesco affermando la “fratellanza universale”,11 dichiarando che “la guerra
è pazzia”,12 che “non esistono più guerre giuste”,13 che “non si deve mai
uccidere in nome di Dio”,14 con le sue dichiarazioni, le sue preghiere, le sue
infinite implorazioni, i suoi documenti, i suoi viaggi, con la sua pastorale
evangelica e la sua diplomazia internazionale, sta realizzando nei fatti la
riforma religiosa di Erasmo.
L’appello di Gandhi ai popoli d’Europa A
quasi un anno dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in una lettera
indirizzata al popolo britannico, ma potremmo estenderla a tutti i popoli
europei, non solo quelli del secolo scorso ma anche di quello attuale, essendo
tornata la guerra a trafiggere l’Europa, Gandhi lanciò un ammonimento perenne: Faccio
appello a tutti perché adottino il metodo della nonviolenza invece di quello
della guerra, nella risoluzione dei conflitti tra le nazioni e in ogni altra
questione. I vostri statisti hanno dichiarato che questa è una guerra per la
salvezza della democrazia. Io credo che alla fine della guerra, quale che potrà
essere l’esito, non esisterà più nessuna nazione che possa rappresentare la
democrazia. Questa guerra si è abbattuta sul genere umano come un flagello e
come un avvertimento. Essa è un flagello perché sta martoriando gli uomini in
una misura assolutamente senza precedenti. Tutte le distinzioni tra combattenti
e non combattenti sono state abolite. Niente e nessuno viene risparmiato. La
menzogna è stata elevata ad arte. Ma questa guerra è anche un avvertimento. Nessuna
causa, per quanto giusta, può giustificare il massacro indiscriminato cui oggi
stiamo assistendo. Io affermo che una causa che richiede le azioni disumane che
si stanno compiendo non può essere considerata giusta. Vi invito a combattere
con armi nonviolente. Abbandonate le armi che impugnate; convincetevi che non
possono servire a salvare voi stessi e l’umanità. Ho sperimentato la
nonviolenza per più di cinquant’anni consecutivi. Ho praticato la nonviolenza
in ogni campo della vita. Non conosco un solo campo in cui essa abbia fallito.
La diffusione di essa è la missione della mia vita. Non ho altri interessi nella
vita che lo svolgimento di questa missione.15
Note 1
Erasmo, Querela pacis, miatraduzione dal testo latino. 2
A. Capitini, Elementi di un'esperienza religiosa, Bari, Laterza, 1937,
p. 7. 3
Erasmo, Querela pacis, cit. 4
Ibid. 5
Tesi riaffermata con convinzione dallo psicanalista Franco Fornari. Cfr. F.
Fornari, Psicoanalisi della guerra, Milano, Feltrinelli, 2023. 6
Erasmo, Pasqua del 1522, in R. H. Bainton, Erasmo della cristianità,
Firenze, Sansoni, 1970, p. 175. 7
Ibid. 8
Erasmo, Querela pacis, cit. 9
Ibid. 10Ivi, p. 65 11
Cfr. “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza
comune”, viaggio apostolico di Sua Santità Francesco negli Emirati arabi uniti
(3-5 febbraio 2019). 12
Cfr. Omelia del Santo Padre Francesco al Sacrario Militare di Redipuglia,
Sabato 13 settembre 2014. 13Cfr. Ucraina, Papa: "Non esistono guerre
giuste, un abuso di potere minaccia l'umanità. Giù i muri", discorso
durante l'udienza con i partecipanti ad un convegno sull'educazione del
18/03/2022. 14
Cfr. L'udienza di Papa Francesco di mercoledì 19 aprile 2023: “Non si deve mai
uccidere in nome di Dio. 15
M. K. Gandhi, “To Every Briton”, New Delhi, July 2 1940., vol. XXXII, The
Collected Works of Mahatma Gandhi, New Delhi, Pubblications Division, 1978,
pp. 229-231.