Le
dichiarazioni di Giani ignorano i problemi e non tranquillizzano. Le dichiarazioni del Presidente Eugenio
Giani non rassicurano, anzi preoccupano il Comitato No Tunnel TAV e i cittadini
che vivono nelle vicinanze del Passante TAV. La richiesta di uno stop ai lavori
viene anche dalla constatazione che questo progetto creerà un mostro
urbanistico e dei trasporti con due stazioni scollegate tra loro: “la
scelta di seguire sotto terra la cintura ferroviaria ha introdotto vincoli al
progetto e per contro non sembra averne minimizzato i disagi per i “fiorentini”.
Sono parole dell’analisi costi benefici stilata nel 2019, i “vincoli” di
cui si parla sono dovuti soprattutto alla creazione di un sistema che cancella
la “centralità di Santa Maria Novella”, frammenta il sistema, è un danno per
Firenze, un beneficio solo per chi da Firenze transita. Se i binari del
Passante fossero sistemati in superficie si manterrebbe la razionalità del
sistema e si potrebbe scegliere una stazione passante per i treni AV tra quelle
esistenti, con rischi zero e costi assai inferiori. Perché Giani questo non lo
vuol nemmeno ricordare? Ma lo stop ai lavori viene anche nel constatare i
problemi che emergono adesso. Già dopo 400 metri di marcia la TBM, la macchina
che scava, ha dimostrato che danni agli edifici ci sono e ci saranno. Questo ha
messo in ansia molti cittadini che vivono nelle zone interessate dagli scavi,
forse ansia eccessiva, ma su questo proprio Giani dovrebbe fare un esame di
coscienza per la pessima comunicazione fatta su questo progetto: si sono dette
e si dicono gravi inesattezze, si è fatta e si fa una propaganda di negazione
dei problemi anche adesso che emergono.
Le persone non si fidano.
Diversi cittadini si son messi in contatto con il Comitato e sono disorientati
non tanto dall’assenza delle istituzioni (Regione e Comune), ma dal fatto che
queste hanno nascosto i problemi. Il Comitato si è sforzato di tranquillizzare
cercando di far capire che, se non ci saranno “cigni neri”, i problemi dovrebbero
essere tali da non pregiudicare la sicurezza degli edifici.
Ma adesso stanno esplodendo anche altre contraddizioni non da poco, come le
interferenze con la tramvia che risulterebbe danneggiata dallo scavo dei
tunnel. Il presidente di Tram SpA ha parlato di 18 millimetri di subsidenze
previsti in viale Lavagnini, ma forse a Bartaloni è stato mostrato il progetto
redatto nel 2009; se volesse controllare la revisione fatta nel 2022 a cura di
Infrarail vedrebbe che le previsioni sono salite a 50 o 60 millimetri. Se 18 mm
sono incompatibili con la tramvia come lo saranno 50 o 60?
Le dichiarazioni tranquillizzanti di Giani forse sono più dirette a sé stesso
che non ai giornalisti, sempre che si accorga del disastro della pianificazione
delle infrastrutture che sta emergendo a Firenze. Comitato No
Tunnel TAV Firenze Tel. 338 3092948