Dopo
il caso del cantiere Esselunga, crateri nella sicurezza e nella legalità, sono
quelli che si scoprono nei progetti Alta Velocità e nei ‘controlli’ delle
autorità pubbliche. Se lo scopo della
legislazione in materia di sicurezza ferroviaria è garantire la progettazione
seria e corretta di opere colossali come la TAV perché siano calate nel
territorio che le ospitano tenendo contro delle sue caratteristiche, criticità
e vulnerabilità, quello che sta avvenendo da almeno sette mesi a Firenze sotto
gli occhi indifferenti delle autorità centrali (governo e prefettura) e locali
(Comune, Città metropolitana e Regione) è quanto meno preoccupante. Si
considera infatti legale e legittimo scavare chilometri di tunnel sotto la
città madre del Rinascimento, vantato ‘patrimonio mondiale dell’Umanità’, senza
aver coinvolto nella progettazione - e quindi nella tutela e nella prevenzione
- l’organo tecnico per eccellenza, chiamato ad accorrere quando i deficit di
prevenzione producono disastri, il Comando dei Vigili del Fuoco. Proprio come è
successo per 60 km di tunnel monotubo TAV fra Vaglia e Bologna! Lo si fa in un
territorio colpito decine di volte nella storia anche recente da piene e esondazioni,
nel bel mezzo di un ‘cambiamento climatico’ magari invocato come paravento
grottesco di responsabilità amministrative, o come pretesto di misure dubbie e
discutibili, quanto a efficacia, per il contenimento delle emissioni di CO2. È
stata presto dimenticata anche l’ultima esondazione dei torrenti minori, il
Mugnone e il Terzolle, avvenuta poco più di trent’anni fa proprio nell’area TAV
nella quale si sta scavando – perpendicolarmente alle linee di scorrimento
delle falda - la grande buca della stazione ‘Foster’. Come non bastasse,
l’unico intervento targato TAV fin qui concluso, il cosiddetto ‘scavalco’ di
Castello, accusa difetti costruttivi così rilevanti da avere attirato
l’attenzione della Corte dei Conti della Toscana: la galleria-artificiale-colabrodo
da saldare ai 6.444 metri del sotto-attraversamento fra Campo di Marte e
Castello è da tempo in condizioni di degrado, avendo intercettato non si sa se
la falda o cos’altro. Per quanto si è appreso da Rfi, si procederà a sistemare
le cose solo a ‘grande opera’ finita. Ma nel frattempo si attendono gli esiti
degli accertamenti sul manufatto promessi a ottobre dall’Agenzia regionale per
la protezione ambientale della Toscana quando Idra ha risollevato il caso in
un’audizione presso l’Osservatorio Ambientale presieduto dal Direttore generale
di Palazzo Vecchio. Ciliegia sulla torta, da informazioni ricevute dal
presidente della Commissione che ha negato il collaudo tecnico-amministrativo
dell’opera, evidenze di lacune nella
progettazione esecutiva della galleria TAV di Castello sarebbero ben
descritte e documentate nel verbale di
accertamento redatto nell’ambito delle attività di quella Commissione.
Documento al quale Idra ha chiesto
accesso a Rfi, che non lo accorda. Ciò che più fa specie, non si ha notizia che
alcuna delle autorità amministrative di controllo informate da Idra dei fatti
(Comune, Città metropolitana, Regione, Autorità Nazionale Anticorruzione)
abbiano richiesto o ottenuto a loro volta accesso a quel documento.Ecco perché Idra, dopo aver denunciato
lunedì 19 febbraio davanti a Palazzo Vecchio i crateri nel progetto e nei
controlli sortendo solo un’innocua e disinformata parodia di discussione in
Consiglio comunale, torna a proporre per strada un’iniziativa di informazione
diretta alla cittadinanza, nel fragoroso silenzio dei grandi media
indipendenti. “A meno che non si sia provveduto silenziosamente ad attività che abbiano
colmato la grave lacuna indicata - ha scritto per posta certificata
l’associazione al Prefetto e al Ministro dell’Interno, ma anche alla Presidente
del Consiglio e ai responsabili dei dicasteri Infrastrutture, Ambiente, Lavoro
e Giustizia - la nostra modesta cultura civica e giuridica ci fa ritenere di
essere autorizzati a considerare inaccettabile un siffatto improvvido comportamento
da parte delle Autorità pubbliche cui è affidato il compito delicato di
garantire la sicurezza e la vita della comunità, Esprimiamo quindi - insieme
alle nostre vive rimostranze - rammarico e indignazione.Rinnoviamo
l’istanza all’interlocuzione fin qui vanamente avanzata. Chiediamo siano
attivati gli interventi urgenti necessari a ripristinare condizioni di legalità
e sicurezza nella città di Firenze”. Associazione di volontariato Idra idrafir@gmail.com 055. 760.27.73 - 334. 904.36.02