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domenica 10 marzo 2024

TAV  



Firenze, patria delle utopie ad Alta Velocità. E della favolistica mediatica
 
Qualcuno potrebbe spiegare agli amministratori della Regione Toscana che anche le favole vanno sapute raccontare? È dal 1999 che si tenta di vendere a Firenze la pelle dell’orso del passante ferroviario ad Alta Velocità prima di averlo catturato. 25 anni dopo, l’ennesimo annuncio dell’ennesimo assessore alle infrastrutture, Stefano Baccelli. Questa volta sui titoli di un giornale la promessa recita: “La TAV entro il 2027”! E in video lo conferma autorevolmente il presidente Eugenio Giani. Forse nessuno ha comunicato a costoro che persino il committente RFI è assai prudente. Sarebbe bastato informarsi, magari consultando il sito dell’Ufficio Nodo del Comune di Firenze dedicato alla TAV. Lì è stato pubblicato, dopo sollecitazioni e rimostranze presentate da Idra ai responsabili di RFI, il cronoprogramma dei lavori contrattualizzato con l'esecutore dei lavori, il Consorzio Florentia: un documento intitolato “Cronoprogramma dei Lavori 2023-2029” che già nel titolo appare smentire entrambi. Nel primo istogramma della prima scheda di quel documento leggiamo che la ‘fine lavori’ è programmata per fine aprile 2029. Salvo imprevisti, ovviamente. Che a Firenze durano da 25 anni. Questo è infatti solo l’ultimo di una collezione di cronoprogrammi presentati nei lustri dalle Ferrovie dopo la chiusura della conferenza di servizi del 3 marzo 1999, puntualmente sconfessati dai fatti. I media, dal canto loro, sembrano registrare le dichiarazioni dei politici di turno senza discuterle, e le riportano senza verificarne nemmeno a posteriori l’attendibilità. C’è persino chi vola, come la Rai, e annuncia: “Entro fine anno prevista la conclusione degli scavi per il tunnel TAV a Firenze”! Provvederanno a correggere le informazioni date? Ai microfoni della TGR della Toscana il presidente Giani dice di auspicare un dibattito pubblico per le aree intorno alla nuova stazione: “Col sindaco Nardella ne abbiamo parlato: nei prossimi mesi dovrà essere questo un po’ il tema di fondo della Firenze del futuro”



Noi ci domandiamo: quanto è legittimo scomodare il termine dibattito pubblico a opera già avviata, decisa senza confronto pubblico fra opzioni alternative, approvata senza ascolto della cittadinanza, licenziata senza valutazione di impatto ambientale nell’area critica della stazione a rischio esondazione dei torrenti Mugnone e Terzolle? Perché mai la cittadinanza dovrebbe sentirsi attratta da un progetto che la penalizza? Il danno per i visitatori della città d’arte e i fiorentini che ancora la abitano è documentato dallo stesso ministero delle Infrastrutture con una radiografia impietosa fatta di dati, numeri e proiezioni. In sintesi: “La posizione della nuova stazione ha le seguenti conseguenze: a) trovandosi a circa 1 km da SMN, comporta un corrispondente aggravio di tempi e costi di accesso per i destinati al centro, oltre che un prevedibile cambio di modo (da piedi a TPL); b) tutte le connessioni tra treni AV su Belfiore e altri treni non AV (quindi REG e IC) su SMN, sono perse o comportano un aggravio di tempo”. Giani potrà averne parlato con Nardella. Ma dalle informazioni ricevute a più riprese da RFI, a Idra risulta che il ‘tavolo tecnico’ con la Regione Toscana e il Comune di Firenze per le sistemazioni esterne alla Stazione langue senza addivenire a soluzioni condivise. Fra non molto Giani lascerà. Nardella ancor prima. Non si corre il rischio che, travestita da “dibattito pubblico” coi suoi bravi tempi ‘democratici’, la patata bollente di una missione urbanistica impossibile (emblematiche le conversioni a U di Nardella) sia lasciata elegantemente in eredità a chi verrà dopo? Coi cittadini in mezzo a subirne le conseguenze?



Associazione di volontariato Idra